Educazione morale scolastica
Repertorio materiali didattici

Materiali didattici

Materiali didattici relativi alla tematica:
Trasmissione informale di valori, comportamenti e virtù

Clip da Film

Dal film: Auguri professore - Clip F-020  Inizio : 00:25:20 - Fine: 00:27:11

Contenuto :

Il professor Lipari, attraverso un flashback della sua infanzia, ricorda un episodio occorsogli durante la scuola elementare. Ricevuto corretto un compito di aritmetica, ammise un errore di cui la maestra non si era accorta, la maestra lo elogiò per il suo gesto di correttezza ma gli abbassò comunque il voto da 9 a 3. Chiedendogli, poi, di recitare a memoria la poesia Il pastore e vedendo che non era sufficientemente preparato, la maestra fece continuare un compagno e diede a Lipari del “somarello”.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Questa clip mostra un groviglio di questioni relative alla valutazione scolastica e all'educazione morale. Le domande che ci si può porre sono molteplici:

  • Intanto, ci si può chiedere se sia stato corretto cambiare il voto al bambino: è un vero dilemma, tra il docimologico e il morale. Voi cosa avreste fatto?
  • Cosa insegna la maestra, sul piano morale, ad agire come fa? Cosa insegna con le parole, e cosa insegna col suo comportamento? [Si può ricordare che, all'inizio della scena, il Lipari adulto dice: "Una sola volta in terza elementare non rispettai la regola (del non parlare se non quando richiesto) e la maestra Magliaro me la fece pagare cara".]
  • Quali conseguenze ha il comportamento della maestra sulla relazione educativa che ha con il bambino e con il resto della scolaresca?
  • La maestra dà del "somarello" all'alunno che non ha bene imparato a memoria la poesia, spostando così il giudizio dal piano degli apprendimenti a quello della persona: perchè lo fa? E' disattenzione o è una strategia? Cosa pensa la maestra (e, ovviamente, cosa possono pensare i bambini)?
  • Qual è lo stile giusto per comunicare agli alunni un risultato negativo in una prova di verifica?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

Questa clip mostra un groviglio di questioni relative alla valutazione scolastica e ai compiti della scuola. Le domande che ci si può porre sono molteplici:

  • Il bambino viene contemporaneamente elogiato e punito per la sua onestà: voi cosa avreste fatto, se foste stati nei panni della maestra? Che soluzioni avreste escogitato per essere corretti nel valutare il compito di aritmetica e, contemporaneamente, premiare la correttezza dell'alunno?
  • Secondo voi, è difficile dare i voti? Perché? Cosa provano gli insegnanti - secondo voi - quando danno i voti?
  • Se foste stati nei panni del bambino della scena, avreste fatto presente alla maestra la sua svista? Perché?
  • La mestra dice pubblicamente che il bambino è un "somarello": cosa intendeva dire con questa parola? Se un insegnante dicesse a voi "somarello", cosa pensereste? Capita anche a voi di dire a un compagno qualcosa di simile a "somarello"? Cosa potrà pensarne?

Dal film: Un sogno per domani - Pay it forward - Clip F-040  Inizio : 01:12:09 - Fine: 01:16:24

Contenuto :

Trevor non è riuscito ad aiutare un suo compagno di classe, vittima di alcuni bulli. Si sente affranto e ha perso fiducia nella sua idea, poiché non vede nessun risultato tangibile. Infatti, il primo “favore”, aiutare il barbone, è fallito perché quest’ultimo non è riuscito a rigare dritto come aveva promesso. Anche il secondo “favore”, fare in modo che il professore Eugene e sua madre cominciassero una relazione, si è rivelato meno facile di quel che aveva immaginato.
Il professore Simonet lo raggiunge e cominciano a parlare: egli non pretendeva che i suoi studenti cambiassero realmente il mondo, voleva solo che cominciassero a ragionare secondo un’altra prospettiva per sentirsi parte attiva di qualcosa di grande ed apparentemente distante. Rassicura Trevor dicendogli che gli metterà un buon voto anche se l’idea dell’alunno non è stata concretizzata totalmente.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Sareste fieri di Trevor? L’alunno è fiero di se stesso?
  • Ritenete che il professor Eugene sia stato convincente nel suo discorso? È riuscito a rincuorare il suo alunno? Avreste aggiunto qualche altra parola, gesto, sguardo, comportamento?
  • Vi è mai capitato di avere dei dialoghi uno-a-uno con i vostri studenti? Se sì, in quali circostanze si sono svolti e a causa di quali motivazioni sono avvenuti? Quali conseguenze hanno avuto? Come vi siete sentiti? Ritenete che sia un dovere dell'insegnante avere dialoghi uno-a-uno coi propri studenti?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

 

  • Trevor è convinto che tutti e tre i favori da lui ideati abbiano fallito nel loro intento. Voi la pensate così? Che sentimenti e quali emozioni prova Trevor in questo momento? Sono adatte alla situazione oppure pensate siano esagerate? E voi, nei suoi panni, come vi sentireste? Riuscireste a spiegare più nello specifico cosa prova l'alunno? Vi è capitato che alcune vostre aspettative risultassero disattese? Come vi siete sentiti?
  • Il discorso del professore vi avrebbe consolati? Vi è capitato di avere dialoghi con un vostro professore in un rapporto uno-a-uno? Come vi siete sentiti?  Vi hanno aiutato?
  • Se foste nei panni di Trevor, avreste voluto sentire determinate frasi di rassicurazione da parte del vostro insegnante? Se sì, quali? Credete avrebbero aiutato anche Trevor?
  • Nella clip viene trasversalmente affrontato il tema del bullismo: vi è capitato di sentirvi come Trevor sapendo di un amico in difficoltà? Ne avete parlato con i vostri insegnanti? Se sì, qual è stata la loro reazione? Che consigli avete ricevuto e quali misure sono state messe in atto?

 

Dal film: Detachment - Il distacco - Clip F-030  Inizio : 00:41:45 - Fine: 00:44:32

Contenuto :

L’insegnante trasmette agli studenti l’importanza di non accettare idee, opinioni, pensieri condivisi all’interno del proprio gruppo sociale di appartenenza senza aver prima riflettuto criticamente. Questo porta la classe a porsi degli interrogativi di fronte ad una società basata sul consumo.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Quanto è importante riuscire a trasmettere esplicitamente valori attraverso la propria disciplina, facendo riferimento a fatti reali e attuali? Compete all’insegnante tale missione? Avete avuto modo di perseguire tale obiettivo durante le vostre lezioni? In caso affermativo, quali sono state le reazioni da parte dei vostri studenti?
  • Il professor Barthes insegna il principio di assimilazione ubiqua cercando di far comprendere alle giovani menti come i ragionamenti ed il comportamento acquisito talvolta siano lo specchio del consumo e della deprivazione culturale della società postmoderna. Ritenete utile l’osservazione posta dal docente? In che modo l’insegnante può agire a livello educativo con i ragazzi?
  • Il professore risulta emotivamente coinvolto: vi rivedete in questo modello? Temete che gli studenti possano manifestare un certo dissenso di fronte a ciò che sostieni? Secondo voi, mostrarsi emotivamente coinvolti è proficuo?
  • Con la consapevolezza della crisi delle principali agenzie educative, quali sono i ruoli e i confini in cui i docenti sono chiamati a rispondere constatando la fondamentale importanza per i giovani di avere una guida?
  • In che modo i docenti possono rivendicare l’importanza della lettura non come atto fine a sé stesso ma come strumento di riscatto e di nobilitazione dell’uomo?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • La società mediatica in cui viviamo ci fornisce continuamente, come presentato nella clip, dei modelli a cui sembra essere doveroso conformarsi. Cosa accadrebbe, secondo il vostro punto di vista, se si scegliesse di non aderire a modelli a cui non ci si sente di appartenere realmente?
  • Perché il professor Barthes rivendica la lettura come appropriazione della libertà di pensiero? Qual è il nesso tra l’olocausto del marketing di cui parla e la libera espressione?
  • Perché il professor Barthes parla dell’importanza di difendere la propria identità e preservare i processi mentali?
  • Quali sono i valori educativi impliciti all’interno dell’insegnamento proposto nella clip?
  • Quanto ritenete importante riflettere su fatti reali e attuali insieme ai vostri compagni e ai vostri docenti?
  • Quando siete in classe, vi sentite liberi di esprimere il vostro parere o, in caso contrario, temete il giudizio altrui di insegnanti o compagni?
  • Trovate giusto quanto sostenuto dal professor Barthes?

Dal film: Detachment - Il distacco - Clip F-027  Inizio : 00:08:02 - Fine: 00:11:40

Contenuto :

Il professor Barthes si trova a gestire alcuni studenti dal comportamento inadeguato e irrispettoso nei suoi confronti. Una studentessa, al termine della lezione, gli chiede perché ha deciso di “punire” in maniera diversa gli studenti che gli avevano mancato di rispetto allo stesso modo. Il docente le spiega che ha chiesto di uscire dall’aula solo a uno dei due, perché quest’ultimo si era permesso di offendere anche lei e per lui il rispetto tra pari è fondamentale. La studentessa chiede come fa a non rimanere turbato di fronte alle offese che le persone gli rivolgono; il docente spiega che bisogna avere ben chiaro che, molte volte, le persone non sono consapevoli di ciò che dicono.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Nella clip il professore cerca di trasmettere dei contenuti didattici all’interno di una classe difficile. In particolar modo un ragazzo si presenta particolarmente aggressivo e ostile ponendo innanzi all’insegnante una sfida educativa. Questo rappresenta uno dei possibili scenari in cui il docente è chiamato a rispondere. Quanto incide all’interno dell’azione didattica la gestione di ragazzi difficili? In che modo il docente può farsi da portavoce di rifondazione umana e di valori all’interno di un contesto conflittuale?
  • Il distacco è la tematica proposta all’interno della clip e tema centrale del film. È grazie al distacco sostenuto dal professor Barthes che, paradossalmente, si crea un contatto che prelude ad una possibilità di dialogo. Ritenete utile la proposta educativa del docente?
  • Quanto è importante e in che modo incide la collaborazione tra insegnanti, genitori e specialisti nell’aiutare un ragazzo problematico a conoscere e gestire la collera?
  • Guidare, istruire, prendersi cura dei ragazzi richiede all’insegnante un compito sempre più arduo. In che modo i docenti possono sentirsi appoggiati e supportati di fronte alle continue sfide? Quanto pensate sia compito di un insegnante prestare attenzione alle relazioni che gli studenti instaurano tra di loro?
  • Pensate che sia giusto che l’insegnante abbia “punito” maggiormente lo studente che ha offeso anche la sua compagna di classe cercando, nel frattempo, di trasmettere un insegnamento morale al secondo studente?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • Vi siete mai trovati ad assistere a scene di classe come quella riprodotta nella clip? In caso affermativo, come avete reagito? Quali stati d’animo avete provato? Vi siete schierati più dalla parte del tuo compagno di classe o del docente? Perché?
  • Come reputate la reazione avuta dal professor Barthes? Condividete la sua azione e reazione educativa e perché?
  • Come valutate il comportamento del ragazzo?
  • Secondo il vostro punto di vista, cosa spinge un ragazzo a comportarsi in modo aggressivo davanti all’autorevolezza della figura docente?
  • Secondo la vostra opinione, sarebbe stato utile o no l’intervento di un compagno di classe e perché?

Dal film: Words and Pictures - Clip F-026  Inizio : 00:59:09 - Fine: 01:02:59

Contenuto :

In seguito all'episodio di cyberbullismo avvenuto nella scuola, che ha coinvolto due studenti, gli insegnanti e il dirigente scolastico si attivano per punire l'artefice del gesto, attraverso provvedimenti disciplinari e azioni personali non istituzionali.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Una volta individuato il presunto, poi accertato colpevole, il dirigente scolastico e gli insegnanti si attivano in una serie di prassi punitive: il dirigente scolastico opta per l'espulsione dello studente dalla scuola, mentre gli insegnanti coinvolti reagiscono all'accaduto attraverso azioni punitive ma di carattere più personale.

  • Analizzando il provvedimento disciplinare attuato dalla dirigenza scolastica, come valutate l'espulsione dello studente dalla scuola? Se nella vostra scuola si proponesse questa soluzione, voi sareste favorevoli o contrari? Ritenete che l'espulsione immediata dello studente sia un deterrente affinché non si verifichino più episodi simili nella scuola? Voi cosa avreste proposto al vostro dirigente scolastico?
  • Analizzando l'azione messa in campo dalla professoressa Delsanto, cosa ne pensate? Voi come vi sareste comportati in seguito ad un episodio simile? Pensate che “chiedere di rappresentare il colpevole” sia un’azione utile allo sviluppo etico degli studenti? 
  • Analizzando il comportamento del professor Marcus, cosa ne pensate? Voi come avreste reagito? Con la consapevolezza della crisi delle principali agenzie educative, quali sono i ruoli e i confini in cui i docenti sono chiamati a rispondere constatando la fondamentale importanza per i giovani di avere una guida?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

Una volta individuato il presunto, poi accertato colpevole, il dirigente scolastico e gli insegnanti si attivano in una serie di prassi punitive: il dirigente scolastico opta per l'espulsione dello studente dalla scuola, mentre gli insegnanti coinvolti reagiscono all'accaduto attraverso azioni punitive ma di carattere più personale.

  • Nella vostra scuola, in seguito a fenomeni simili a questo, qual è stato il provvedimento disciplinare messo in atto dal dirigente scolastico? Come vi siete sentiti?
  • Considerando l'azione introdotta dalla professoressa Delsanto, se vi fosse stato chiesto di rappresentare il colpevole di un gesto, come vi sareste sentiti? Come avreste risposto alla richiesta? Come reputate questa richiesta? Pensate che sia utile per restituire dignità alla vittima? Se foste voi la vittima, come vi sentireste? E se foste l'artefice? Secondo voi, sarebbe stato utile o no l'intervento di un compagno di classe? Perché?
  • Considerando, invece, la reazione del professor Marcus, come la reputate? Come vi sentireste nel vedere un insegnante agire secondo questa modalità?

Dal film: Freedom Writers - Clip F-034  Inizio : 00:28:05 - Fine: 00:35:22

Contenuto :

La scena è ambientata all’interno della classe; la professoressa Gruwell, durante la lezione, scopre un foglio che viene fatto girare tra i banchi dei ragazzi. Il foglio, che contiene la caricatura di un individuo afroamericano, è indirizzato, in particolare, ad uno degli studenti della classe, con lo scopo di deriderlo per le sue sembianze. L’insegnante intercetta il foglio e rimane indignata dal gesto, iniziando così un confronto/scontro con gli alunni della classe, durante il quale tenta di spiegare, motivare e far comprendere la gravità dell’accaduto.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • La scena mostra un episodio di razzismo all’interno di una classe che si caratterizza da una moltitudine etnica. Vi riconoscete nella reazione messa in atto dalla professoressa Gruwell? L’atteggiamento adottato dall’insegnante che messaggio potrebbe lanciare ai ragazzi? Ad esempio, il tono di voce dovrebbe essere più basso? La professoressa Gruwell dimostra di perdere il controllo? Ritenete che la manifestazione di autentici sentimenti di rabbia/indignazione siano utili alla trasmissione di significati e valori? O, al contrario, ritenete che il mantenere la calma, rappresenti una strategia di miglior efficacia?
  • La professoressa Gruwell avvia un confronto tra quanto accaduto in classe e l’azione di emarginazione e discriminazione razziale perpetrata dal Nazismo, che viene identificata dall’insegnante come una delle gang più potenti mai esistite. Parlando specificamente di Olocausto, la professoressa Gruwell si rende conto, però, che il background e il gap culturale esistente tra lei e i suoi allievi li porta a parlare due lingue differenti. Come valutate il paragone tra presente e passato? Ritenete che individuare sovrapposizioni tra ciò che i tuoi studenti vivono quotidianamente e gli eventi storici del passato, sia utile all’apprendimento e allo sviluppo di conoscenze e competenze?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • La scena mostra un episodio di razzismo all’interno di una classe che si caratterizza da una moltitudine etnica. Vi è mai capitato di vivere situazioni simili a questa? Come vi siete sentiti? Qual è stata la reazione del vostro insegnante? E voi, come avete reagito? 
  • In una situazione simile, secondo la vostra opinione, sarebbe stato importante che qualche studente fosse intervento? Perché?
  • La professoressa Gruwell paragona l'episodio capitato in classe con avvenimenti storici realmente accaduti. Vi è mai capitato di riflettere su paragoni tra passato e presente? Quali? Li avete pienamente compresi? Sono risaltati utili per il vostro percorso formativo?
  • Jamal, lo studente oggetto di discriminazione della clip, è visibilmente in difficoltà e tenta di nascondere il disegno che ha ricevuto. Vi è mai capitato di trovarvi in una situazione simile? Come vi siete sentiti? Come si sono comportati i vostri insegnanti? E i vostri compagni? Avreste desiderato che i vostri insegnanti o compagni si fossero comportati in modo differente?

Dal film: Freedom Writers - Clip F-035  Inizio : 00:39:29 - Fine: 00:45:22

Contenuto :

La scena è svolta in classe. L’insegnante, a seguito di un’attenta analisi della situazione generale scolastica, si rende conto che la popolazione studentesca è suddivisa in gruppi etnici; prende coscienza, dunque, che non può iniziare a lavorare con i ragazzi se prima tra questi non vi sia una reale integrazione, fatta di cooperazione e accettazione. Propone dunque un’attività ludica: “Il gioco della linea”. Lo scopo dell’insegnante è quello di far comprendere e fare emergere agli occhi dei ragazzi non tanto le differenze che li allontanano, quanto ciò che li unisce. Durante lo svolgimento dell’attività ludica i ragazzi si trovano gli uni di fronte agli altri, si guardano negli occhi, si connettono con la loro sofferenza interiore, realizzando che ciascuno dei propri compagni di classe si trova in una condizione simile alla propria. Cominciano, dunque, a guardarsi diversamente: per la prima volta non si sentono più nemici. Al termine del gioco, la professoressa Gruwell avanza una seconda proposta educativa: la scrittura di un diario personale; ogni alunno sarà libero di decidere se condividerne la lettura con l’insegnante o con i compagni. È qui che ha inizio il tentativo della insegnante di instaurare un rapporto di fiducia e di rispetto con la classe.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Cosa è accaduto ai ragazzi durante il gioco che la professoressa Gruwell ha proposto in classe, quando ha tracciato una riga a metà dell’aula? Come si sono sentiti gli studenti? Vi capita di utilizare attività ludiche anche con i ragazzi più grandi? Quali? Qual era la vostra finalità educativa? E quali sono stati i risultati ottenuti? Conoscete qualche attività che può risultare utile nelle classi con una forte presenza di alunni stranieri? Se sì, la proporresti o le hai proposte nella tua classe?
  • Tramite la proposta dell’attività ludica, la professoressa Gruwell dimostra l’intenzione di voler dare voce al mondo interiore dei suoi alunni: A vostro avviso, è importante dare spazio a questa componente durante la quotidianità didattica? Perché? Perché è importante per l’alunno sentirsi accettato e rispettato come individuo? Che risvolti può avere sul rendimento scolastico?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • Vi è mai capitato che un vostro insegnante vi coinvolgesse in un'attività ludica? Come vi siete sentiti? Qual è stata la vostra reazione inziale? Avete riflettuto su ciò che è emerso durante lo svolgimento del gioco? Nel caso siate parte di una classe culturalmente variegata, sono state svolte delle attività finalizzate all'inclusione? Se sì, quali? 
  • Quanto è importante per voi che i vostri insegnanti si interessino a ciò che vi accade nella vita fuori dalla scuola? È qualcosa che apprezzate o che vi infastidisce?

Dal film: Freedom Writers - Clip F-038  Inizio : 01:17:13 - Fine: 01:12:00

Contenuto :

La professoressa Gruwell, dopo il rientro dalle vacanze, presenta le attività che insieme svolgeranno nell’anno scolastico a venire. Per dare il benvenuto ai propri studenti, propone un “brindisi al cambiamento”, chiedendo di levare i calici per salutare la persona che sono stati fino a quel momento e dare il benvenuto a coloro che saranno da quel giorno in poi. Gli studenti, dopo un iniziale momento di imbarazzo, decidono di partecipare alla proposta della professoressa Gruwell, dando voce ai loro vissuti e alle loro speranze.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • La professoressa Gruwell, con il suo discorso iniziale, dimostra di avere una relazione profonda con i propri studenti e, in un certo senso, di aver abbattuto i muri che regolavano le relazioni scolastiche alla Woodrow Wilson High School. Vi ritrovate nel modello da lei proposto? Perché?  Quali sono i ruoli e i confini in cui i docenti sono chiamati a rispondere, constatando la fondamentale importanza per i giovani di avere una guida?
  • Dal vostro punto di vista, come valutate la promozione di momenti finalizzati allo scambio/narrazione dei propri vissuti? Quali conseguenze possono avere momenti come questi? Perché?
  • La clip ritrae un momento nel quale gli studenti mostrano di essere legati gli uni agli altri: a vostro avviso, quanto è determinante il ruolo dell'insegnante nella costruzione delle relazioni tra pari? Perché?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • La professoressa Gruwell propone ai propri studenti un momento di condivisione dei propri vissuti, durante il quale chiede ai propri ragazzi di mettersi in gioco: vi è mai capitato di essere coinvolti in situazioni simili? Se sì, come vi siete sentiti? Se no, vi piacerebbe sperimentarli e come li valutereste? Quali conseguenze hanno avuto o potrebbero avere momenti come questi? Perché?
  • La clip ritrae un momento nel quale gli studenti mostrano di essere molto legati gli uni agli altri, nonostante le difficoltà attraversate: a vostro avviso, è determinante il ruolo dell'insegnante nella costruzione delle relazioni tra pari? Perché?

Dal film: Quando chiama il cuore (St. 4, Ep. 7: Il cuore di un insegnante) - Clip F-022  Inizio : 00:35:41 - Fine: 00:38:57

Contenuto :

Gli alunni incominciano il compito in classe. Passeggiando tra i banchi, il maestro Stolman nota che Emily tiene la matita in un modo, a detta sua, completamente scorretto. Visibilmente infastidito, obbliga la bambina ad impugnarla nel modo corretto, ma lei non ci riesce e lui spezza più volte la matita che, di volta in volta, la bimba usa per scrivere. Cody, amareggiato a causa del comportamento del maestro, decide di intervenire contro di lui e di esprimere il suo risentimento uscendo dall'aula con Emily; anche gli altri alunni si ribellano e se ne vanno. Incontrano Elizabeth in un caffè e parlano insieme. Tutti gli alunni si lamentano del nuovo insegnante. L'insegnante chiede loro di comportarsi comunque in modo educato con il maestro Stolman e, promette di tenere delle lezioni pomeridiane per aiutarli con lo studio. Gli studenti accettano volentieri. E mentre chiacchierano allegramente, il maestro Stolman, incuriosito, origlia.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Quali emozioni prova Emily? Quali emozioni prova Cody? Giustificate il loro comportamento? Comprendete il comportamento del maestro? Voi come vi sareste comportati e che reazione vi sareste attesi dai vostri studenti?
  • Il maestro Stolman si sente smarrito ed arrabbiato per questa mancanza di rispetto.  In una circostanza analoga, ritenete che sia vostra responsabilità intervenire se un collega si trova in difficoltà? Perchè? Se foste voi nei panni della maestra e gli studenti esplicitassero la loro preferenza per voi rispetto ad un vostro collega, come vi comportereste?

 

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • Comprendete i sentimenti degli alunni? Cosa provano in questo momento? Avete mai provato dei sentimenti simili? Avreste reagito come hanno fatto Cody e i suoi compagni? Secondo voi, è possibile che gli studenti subiscano delle conseguenze per il loro gesto? E voi, avreste paura delle conseguenze?
  • Se ci fosse richiesto di metterci nei panni dell'insegnante Stolman, comprendereste il suo comportamento? Perchè?
  • Se vi trovaste nella medesima situazione che coinvolge questi alunni, ossia in una rapporto difficile con un insegnante, cerchereste un supporto? A chi vi rivolgereste? Nel caso optaste di cercare supporto da un altro insegnante, a chi vi rivolgereste? Perchè? E in questo caso, poi, accogliereste i suggerimenti proposti? Perchè?
  • In una circostanza simile, avreste reagito nei confronti del vostro insegnante, in aiuto ad un vostro compagno di classe? Come? Nel caso decideste di agire, interverreste a favore di qualsiasi compagno? O per alcuni di loro, pensate che non sia vostra responsabilità? Avreste esposto il vostro disagio al nuovo maestro in maniera diversa? Come?
  • Quali differenze notate tra i due maestri? Quale dei due preferireste fosse il vostro maestro e perché? Comunichereste questa risposta ai vostri insegnanti, se si presentasse l’occasione e come pensate che reagirebbero?

 

Dal film: Finding Forrester - Clip F-050  Inizio : 01:43:16 - Fine: 01:45:53

Contenuto :

Jamal viene escluso dal concorso letterario perché ha plagiato parte del suo elaborato. Come conseguenza, viene chiesto a Jamal di presentare un’autorizzazione di William Forrester che lo autorizzi a utilizzare il suo articolo, oppure, in alternativa, gli viene chiesto di scrivere una lettera di scuse per aver copiato. Quando Jamal chiede questo favore a Forrester, lo scrittore non acconsente e lo incoraggia a mandare la lettera di scuse. I due hanno una discussione e Jamal rimane deluso. 

Durante la lettura dei saggi in gara, nell'aula entra inaspettatamente  William Forrester, domandando di poter leggere uno scritto al pubblico. Sono tutti estasiati dalle sue parole, in particolar modo il professor Crawford, che cambia però radicalmente espressione quando William rivela che il saggio è stato scritto da Jamal.

ATTENZIONE

Si consiglia di proiettare, in aggiunta al minutaggio indicato, anche i seguenti spezzoni:

  • da 01:57:03 a 02:04:08;
  • da  02:09:33 a 02:10:43.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Qual è il principio etico che scuote talmente l’animo di Forrester, tanto da farlo uscire di casa (era da sempre restio a farlo) ed esporsi, in veste di famoso scrittore, davanti all'intera scuola? Le parole e la reazione di Jamal hanno un ruolo in tutto questo?
  • Si parla di lealtà. Potrebbe essere questo il valore che muove William a correre in aiuto del suo amico? Che ruolo ha la lealtà nella quotidianità educativa? E che importanza ha per voi?
  • Vi battereste così tanto per un vostro allievo? Vi è capitato di farlo? Se sì, quali sono state le ragioni che vi hanno spinto a comportarvi così? Qual è stata la reazione dei vostri colleghi?
  • Nella scena finale, Jamal legge una lettera di ringraziamento da parte di William Forrester. Vi è mai capitato di ringraziare, in questi o in altri termini, un vostro studente per qualcosa che ha fatto per voi? Come vi siete sentiti? In quali circostanze è avvenuto? Qual è stata la sua reazione? 

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • Jamal ha apprezzato l’intervento del suo precettore?
  • Cosa vi comunica l’espressione del viso di Jamal? Voi avreste reagito diversamente?
  • Cosa significherebbe per voi se un insegnate si battesse così tanto per difendervi? Come vi sentireste?
  • Nella scena finale, Jamal legge una lettera di ringraziamento da parte di William Forrester. Vi è mai capitato che un insegnante vi ringraziasse? In quali circostanze è avvenuto? Come vi siete sentiti?

Dal film: Un sogno per domani - Pay it forward - Clip F-039  Inizio : 00:05:35 - Fine: 00:11:54

Contenuto :

Trevor entra in classe per la lezione di studi sociali. Il professor Simonet si presenta alla classe e chiede ai suoi studenti un solo ed unico compito per tutto l’anno scolastico, ovvero, pensare ad un’idea che possa cambiare il mondo e metterla in pratica. Trevor mette subito in pratica la sua idea e aiuta un barbone a cui parla della sua idea. Questo ragazzo viene scoperto dalla madre di Trevor nel garage della loro casa. Scambiato inizialmente per un ladro e messo da parte il panico iniziale, il ragazzo le spiega tutta la situazione. Espone, poi, in classe il suo progetto e il professore lo loda la sua idea come ammirevole.

ATTENZIONE

Si consiglia di proiettare, in aggiunta al minutaggio indicato, anche il seguente spezzone:

  • da 00.28.55 00.34.53.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • La proposta educativa del professor Simonet si caratterizza per essere un'attività che esce dalle mura scolastiche: avete avviato attività simili durante la vostra esperienza di insegnanti? Come la reputate? A vostro avviso, è utile a alla formazione morale degli studenti? Nel caso vi fosse capitato di proporre attività simili, qual è stata la reazione dei vostri studenti?
  • Cosa pensate dell’idea di Trevor? Vi è capitato, nella vostra esperienza di insegnanti, di imbattervi in idee simili, proposte dai vostri studenti?

 

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • Che cosa desidera trasmettere il professore ai suoi studenti? Riuscirà nel suo intento per mezzo del suo progetto? Questo tipo di progetto stimolerà gli studenti a coltivare il valore della bontà?
  • Cosa pensate dell’idea di Trevor? Secondo voi è un’idea vincente? Porterà realmente dei benefici alle persone circostanti? Potrebbe avere dei risvolti negativi?
  • Se un vostro professore vi proponesse di pensare ad un'idea che possa cambiare il mondo e di metterla in pratica, come reagireste? 

Passi da Libro

Dal libro: Sesso, droga e lavorare - Passo L-002   (Il preside Mattioli) - Da pag. 33 - a pag. 36

Contenuto :

La seconda volta che feci la quarta superiore fu una figata: tutto quello che avevo studiato l’anno precedente – cioè, quel poco che avevo studiato – era già lì bello pronto. La notizia sensazionale fu l’allontanamento di Scavecchia dalla mia sezione per sopraggiunti limiti di sopportazione da parte dei ripetenti. Severo ma giusto.

Mi accorsi a poco a poco durante quell’anno che la scuola non era così male se la si poteva vivere come luogo di aggregazione e non come prigione. Quindi passai gran parte del tempo fuori dall’aula, in accordo coi prof che mi volevano bene e con cui non avevo problemi di voto nelle materie. La prof di italiano, per esempio, mi lasciava spesso la libertà di dedicarmi alla ristrutturazione dell’aula di musica e alla ricostituzione del comitato studentesco, che erano entrambe attività che prevedevano una buona percentuale di tempo dedicato a stare in compagnia e a fumare canne. Quindi mi divertii molto quell’anno e fui promosso con un paio di materie sotto, di cui matematica e un’altra a caso che non ricordo. Non ricordo molto altro in generale, se non che fu l’anno in cui iniziai a fumare, organizzai qualche concerto e mi dedicai all’attività politica studentesca. Infatti, l’anno successivo, in quinta, mi feci eleggere rappresentante degli studenti, e questo comportò che spesso e volentieri venissi chiamato a rapporto dal preside Mattioli, non per motivi disciplinari bensì per fare importanti chiacchiere tra uomini.

“Fonsi, ho sentito voci e letto volantini riguardanti un’occupazione, mi spieghi meglio.”

“Eh, sì, prof, la settimana prossima occupiamo.”

“Siete sicuri? Perché?”

“Per protestare contro la riforma e proporre il nostro modello di scuola.”

“Mi sembra una motivazione giusta, Fonsi, ma se occupate io poi devo chiamare i carabinieri.”

“Beh, perché?”

“Per legge. Non si può occupare un edificio pubblico.”

“Ma prof abbiamo organizzato un sacco di cose: incontri, laboratori, cineforum, concerti…”

“Ah, lo immagino, siete bravissimi a fare tutto quello che non è studiare. Se dedicaste la metà del tempo che impiegate a organizzare le vostre cose in ore di studio, sareste tutti degli ottimi studenti. E invece…”

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Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Riflettere sulla figura del preside Mattioli e sulla sua propensione alla mediazione e al dialogo con l’alunno ripetente.

 

Dal libro: Il Paese sbagliato: Diario di un'esperienza didattica - Passo L-004   (Paura della morte) - Da pag. 383 - a pag. 387

Contenuto :

(Attività svolta con la classe quinta elementare)

“Ieri sera ho guardato il cinema e quando sono andata a letto ho pensato alla morte. Sembrava che nella camera ci fosse una persona che mi rispondesse e io chiacchieravo da sola. Pensavo: «Quando sarò grande mi sposerò, avrò dei figli e poi diventerò vecchia e dovrò morire. Ma perché sono nata?»

Ho detto a mia madre: «Mamma, ho paura della morte, ma voglio morire prima io di te così quando tu morirai io non soffrirò».  Intanto pensavo che da morta mi chiuderanno nella cassa e mi porteranno al cimitero e dopo un po’ di giorni i vermi mi mangeranno, i vermi ingordi. Che brutta fine che farò” (Testo di Carolina, scritto in dialetto e pubblicato sul giornale tradotto in italiano).

Conversazione dei ragazzi.

Angelo: - La morte è brutta per chi ama la vita, invece chi soffre muore felice e dice: finalmente ho finito.

Mirella: - “Go finit de tribulà”, dicono quelli che soffrono.

Giovanna: - Chi ha un male e non guarisce più.

Tiberio: - Secondo me la morte è una cosa giusta perché nella vita c’è il bello e il brutto. Occorre anche la morte.

Cosetta: - Secondo me ogni persona ha il proprio pensiero sulla morte.

Umberta: - Gli arabi immaginano la morte come l’inizio di una nuova vita in un paradiso dove c’è tutto quello che in vita non avevano.

Lorena: - Per i cristiani la morte è brutta se hanno peccati e bella se hanno fatto bene perché pensano al paradiso.

Tiberio: - Certi cristiani che hanno colpe, per meritarsi il paradiso fanno del bene.

Donatella: - Hanno detto che dopo la morte comincia un’altra vita. Allora perché siamo nati per avere due vite? Non si poteva subito cominciare con l’altra vita, quella dell’anima? Cosa stiamo al mondo a fare: si nasce, si lavora, si mangia e si cresce e poi si muore. Se fosse una vita che continua allora ci sarebbe uno scopo per vivere. Ma così non capisco perché siamo nati.

Umberta: - Secondo me morire così non è giusto e allora c’è la vita soprannaturale come ricompensa.

Tiberio: - Chi non crede, cosa penserà quando muore?

Umberta: - Secondo me pensa che sarà chiuso in una bara e finisce così.

Tiberio: - Forse il ricordo lo fa vivere ancora un po’. Però io lo escludo perché quell’uomo non può essere ricordato com’era da vivo. Dopo un anno o due lo si dimentica.

Angelo: - A mia mamma è morta una sorella prima che io nascessi e se la ricorda ancora bene.

Cosetta: - Io ricordo benissimo tutti e tre i nonni morti e le loro abitudini.

Lorena: - Io il mio fratellino l’ho visto una sola volta ma non l’ho più dimenticato.

Giampietro: - Anch’io, mia sorella.

Angelo: - Il ricordo vive dentro di noi.

Donatella: - Se c’è il ricordo che mantiene “viva” la persona cara, perché si piange ai funerali?

Fiorella: - Perché lei è morta. Noi la ricordiamo ma non come se fosse viva e presente, è viva nella mente.

Lorena: - Se uno parte possiamo scrivere o telefonare, ma se uno muore non parla più.

Angelo: - Nel nostro ricordo il morto vive e parla.

Mirella: - Nel sogno si può parlare con le persone morte.

Cosetta: - Non solo resta il ricordo, ma resta quello che ha fatto. Garibaldi è morto da tanti anni ma è rimasto quello che lui ha fatto, e così Giotto e altri. Altro esempio: Giuseppe Montanelli non l’abbiamo conosciuto ma sappiamo cosa ha pensato.

Donatella: - Ricordiamo il suo pensiero. È da lì che si conosce una persona, non dalla faccia o dalla sta

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Riflettere sulla distanza culturale fra l’epoca di Mario Lodi e l’attuale per quanto riguarda la propensione dei bambini ad argomentare su temi di rilevanza morale.

 

Dal libro: Un ragazzo - Passo L-006   (Una nuova scuola per Marcus) - Da pag. 18 - a pag. 22

Contenuto :

La notte dopo il suo primo giorno di scuola Marcus si svegliò ogni mezz’ora o quasi. Se ne accorse dalle lancette luminose del suo orologio a forma di dinosauro: 22.41, 23.19, 23.55, 0.35, 0.55, 1.31… Non riusciva a crederci che sarebbe dovuto ritornare la mattina dopo e la mattina dopo ancora e la mattina dopo ancora e… be’, poi ci sarebbe stato il week-end, ma in un modo o nell’altro ogni mattina per il resto della sua vita, più o meno. Ogni volta che si svegliava il suo primo pensiero era che ci doveva essere un sistema per superare quell’orribile sensazione, o aggirarla, o anche conviverci; ogni volta che si era agitato per qualcosa in passato, di solito era sempre saltata fuori una qualche risposta, che di solito prevedeva di raccontare a sua mamma che cosa lo preoccupava. Ma questa volta non c’era niente che lei potesse fare. Non l’avrebbe trasferito in un’altra scuola, e comunque le cose non sarebbero cambiate granché. Lui sarebbe rimasto com’era, e questo, gli sembrava, era il problema di fondo.

Semplice: non era fatto per la scuola. Non per le medie, almeno. Tutto qui. E come facevi a spiegarlo? Potevi non essere adatto per alcune cose (sapeva già di non essere fatto per le feste, perché era troppo timido, o per i pantaloni larghi, perché aveva le gambe troppo corte) ma non essere fatto per la scuola era un problema grosso. Tutti andavano a scuola. Non c’era verso di evitarla. Sapeva che alcuni bambini studiavano a casa con i loro genitori, ma sua mamma non poteva farlo perché andava a lavorare. A meno che non la pagasse lui perché gli facesse da insegnante; ma non molto prima gli aveva detto di prendere trecentocinquanta sterline a settimana per il suo lavoro. Trecentocinquanta sterline a settimana! Dove avrebbe rimediato tutti quei soldi? Non certo consegnando giornali a domicilio. E a parte Macaulay Culkin non gli veniva in mente nessun altro che non andasse a scuola. Una volta avevano fatto vedere qualcosa su di lui alla tv, un sabato mattina, e dicevano che prendeva lezioni private in una specie di roulotte. Qualcosa del genere poteva anche andar bene, pensò. Più che bene, perché Macaulay Culkin probabilmente beccava trecentocinquanta sterline a settimana, forse anche di più, e questo voleva dire che se fosse stato Macaulay Culkin avrebbe potuto pagare sua mamma perché le lezioni gliele facesse lei. Ma essere Macaulay Culkin significava essere bravo a recitare, allora poteva anche scordarselo: in recitazione faceva veramente cagare perché odiava stare in piedi di fronte alla gente. Che era il motivo per cui odiava la scuola. Che era il motivo per cui voleva essere Macaulay Culkin. Che era il motivo per cui non sarebbe mai stato Macaulay Culkin neanche tra mille anni, figuriamoci tra qualche giorno. L’indomani sarebbe dovuto andare a scuola. 

Per tutta la notte i suoi pensieri furono come boomerang: un’idea sfrecciava via lontana, coprendo tutta la distanza fino a una roulotte a Hollywood e per un momento, quando si era allontanato il più possibile dalla scuola e dalla realtà, si sentiva abbastanza felice; poi l’idea cominciava il viaggio di ritorno, lo colpiva in testa e lo trascinava nello stesso identico posto da cui era partito. E il mattino continuava implacabile ad avvincinarsi.

A colazione rimase in silenzio. “Ti abituerai” disse sua mamma, probabilmente perché aveva l’aria triste, mentre mangiava i

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Portare esperienze personali di facilitazione della relazione docente-alunno in casi di emarginazione personale e sociale.

 

Dal libro: Per fortuna faccio il prof - Passo L-003   (Mestiere di Prof) - Da pag. 71 - a pag. 77

Contenuto :

Quello del professore è un mestiere unico. Sembra sceso dal paradiso. Mestiere colto, delicato, avventuroso, creativo. Dolce e guerriero. Scrigno di memorie senza fine e annuncio senza fine di futuro. Che indica le notti e le aurore dei tempi. Che chiede incessantemente di camminare, talora di volare. Ma consapevole pure che difendere la tradizione può essere sfida intellettuale d’avanguardia, e rincorrere l’innovazione può essere cialtroneria sciagurata. Fare il professore è accoglienza, esercizio senza fine di responsabilità, orgoglio di libertà personale ma anche immersione incondizionata nella vita sociale.

Mi sono fatto nel tempo l’idea che non esista e non possa esistere una scuola dove si impari a insegnare. Perché insegnare richiede doti che nessuna istituzione formale può conferirti e poi riconoscerti con una stretta di mano e un diploma. […]

Ecco, voglio dire che non si può insegnare, non si può entrare in relazione con la vita altrui se non si è saputo entrare in relazione con la propria. Perché è nella propria vita che vanno trovati i segreti dell’insegnamento. A partire dalla quantità di volte che vorremmo avere visto affrontare un problema o esercitare un ruolo con responsabilità. Magari a rischio della propria vita. Non minore di quello di cui abbiamo beneficiato deve essere il nostro senso di responsabilità verso gli altri. Il destino ci affida il futuro di giovani vite, e noi possiamo incidere con un nonnulla su questo o quell’aspetto del loro corso. Un comportamento, una parola, un gesto, un libro. Provo di nuovo a ripescare nelle mie memorie. La professoressa di matematica delle medie e la sua storiella delle “undici pi”: “Prima pensa poi parla, perché la parola poco pensata può portare pregiudizio.” Altro che le scuole di diplomazia. O il professore di greco del liceo prima di congedarci per la pausa estiva: non vi assegno nessun compito delle vacanze, ma non chiudete mai una giornata se non avete letto qualcosa, le pagine di un libro o anche un articolo di giornale, l’importante è leggere, non vivere come gli animali. O il professore di Storia economica all’università: i libri vanno letti ogni dieci anni perché ci troverete dentro sempre cose nuove.

Tutto rimane di quel che viene detto o non detto dall’altra parte della cattedra, anche se i protagonisti lo dimenticano in un batter d’ali. Per questo dico anche che la voglia di apparire “giovani” non attraverso l’esercizio faticoso della mente (e del fisico, come vedremo con l’università itinerante) ma attraverso l’uso gratuito in aula della parola poco accostumata non è cosa indolore. Ma diventa legittimazione del turpiloquio che mina pensiero e linguaggio.

È uno dei punti che mi sta più a cuore. Confesso infatti di avvertire in modo particolare la responsabilità di essere davanti ai giovani una espressione, la più semplice, la più immediata, dello Stato. Insegni in una università pubblica, in una università che si chiama “statale”, e non puoi dimenticarlo mai. Devi rappresentare, senza cercare alibi, lo Stato come piacerebbe a te. Accogliente, si è detto. Ma anche trasparente. Cosciente dei suoi doveri. Rigoroso con se stesso, anzitutto. Con la “S” maiuscola, come l’ho sempre scritto per educazione, anche da contestatore, al punto che per questo il mio primo libro venne sbeffeggiato in sede di recensione su “L’Ora” di Palermo. La questione è di sentire l’ampiezza della sfida con la mafia. Che obbliga non solo a produrre conoscenza e poi ancora conoscenza. Ma anche a contribuire a rendere forte e credibile lo Stato in nome del quale la mafia stessa deve essere combattuta.

È un compito che mette davanti a una serie di

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Confrontarsi con l’immagine del ruolo morale del docente proposta dall’autore e discutere le proprie posizioni.

 

Dal libro: Precious - Passo L-007   (Precious non si fida della psicologa) - Da pag. 119 - a pag. 124

Contenuto :

Io e Miss Weiss nella stanza dei collocui. Mi fa qualè il mio primo ricordo di mami.

Huh?

“Qual è il primo ricordo che hai di tua madre?”

Settimana scorsa era papi papi. Sta settimana ce la su colla mami. Non gli dico niente.

“Precious?”

Non cela faccio ne a muovermi ne a parlare. Come in seconda elementare, sono parallizata. Sono stufa che questa tipa mi fa domande. E poi ho bisogno che qualcuno mi parla, ma non sta bagassa. Pero qua la stanza e bella, capito, finestrona grande panoramica mobilia verde scura di pelle quadri sul muro. Io sono su un divanone verde. Lei dietro la scrivania su una sedia girevole. Di fianco cià il suo archivio.

“Posso offrirti qualcosa?”

“Bibita.” Non dico aqua. Laqua me la piglio da me. Lei lo sa che non ho i soldi. Lunico modo per bere una bibita è se me la compra lei. Ce giù la macchina nella lavanderia. Cè il regolamento del Reinserimento – il personale non deve dare dei soldi ai clienti (diciamolo pure che certe di queste bagasse che fanno tanto le superiori una volta erano tossiche del crack).

“Che bibita?”

“Cherry Coke.”

Appena si chiude la porta mi alzo. Mi muovo veloce senza far rumore. Ma dentro ciò come una tortura lenta mi muovo come se mi muovevo nella colla. Nervosa, sento il mio sudore che puzza. Se adesso mi becca io mi rivolto e la sbatto col culo in terra sta pallida di merda. Il problema non e il crack ma i pallidi! dice Farrakhan. Dietro la sua scrivania cè un grosso archivio. Un cassetto A-J laltro cassetto K-Z. Jones, Jones (è un nome che cianno in tanti); P Jones niente, ahgià, ciavranno l’altro! Saro sotto Claireece Jones. Grande, eccolo lì. JONES, CLAIREECE P. e sotto il mio nome, il numero della sistenza, 015-11-9153. Io volo a siedermi sulla sedia grossa e verde, ficco il dosié nel mio zainetto. Quando Miss Weiss rientra mi stò asciugando il sudore della fronte. 

“Fa caldo qui dentro eh?”, fa lei.

“Esatto”, faccio. Mi da la coca. Le dico grazzie.

“Mentre ero assente ti è venuto in mente qualcosa?”

Faccio di no colla testa.

“Lo sai che puoi scrivere sul quaderno tra un colloquio e l’altro…”

“Io

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Discutere il possibile ruolo della scuola nell’inclusione e nel riscatto di giovani provenienti da situazioni di grave degrado socioeconomico e morale.

 

Dal libro: I turbamenti del giovane Törless - Passo L-008   (Lo strano interrogatorio di Törless) - Da pag. 174 - a pag. 179

Contenuto :

Il giorno dopo, quando gli allievi furono chiamati ad uno ad uno per essere interrogati, Törless era scomparso. 

Era stato visto per l’ultima volta la sera prima, chino su un quaderno che in apparenza stava leggendo.

Fu cercato in tutto l’edificio. Beineberg in segreto sgattaiolò a vedere se non era nel nascondiglio in soffitta.

Finalmente fu chiaro che era fuggito dall’istituto e vennero informate le autorità, con la raccomandazione di trattarlo benevolmente.

Intanto era incominciata l’inchiesta.

Reiting e Beineberg, credendo che Törless fosse fuggito per paura delle loro minacce, si sentirono in dovere di stornare da lui ogni sospetto e lo difesero vivacemente.

Gettarono ogni colpa su Basini e tutta la classe testimoniò come un sol uomo che Basini era un ladro e un indegno, che ai più benintenzionati tentativi di correggerlo aveva risposto solo con nuove ricadute. Reiting solennemente dichiarò che lui e Beineberg capivano di aver sbagliato, ma che avevano agito solo per compassione, per non lasciare che un compagno fosse deferito ai superiori per il castigo prima di aver esaurito tutti i mezzi di benevola correzione. E di nuovo tutta la classe giurò che i maltrattamenti a Basini erano stati un’esplosione spontanea perché costui aveva risposto con la peggiore e più volgare ironia ai nobili sentimenti di coloro che intendevano risparmiarlo.

In breve fu una commedia ben architettata, messa in scena con molta abilità da Reiting, in cui vennero fatti risonare tutti gli accenti moralistici atti ad accarezzare gli orecchi degli insegnanti.

Basini conservò sempre un silenzio ostinato. Era ancora paralizzato dal terrore per i fatti di due giorni prima, e la solitudine in cui era confinato, insieme con il tranquillo, obiettivo andamento delle indagini era già per lui una liberazione. Desiderava soltanto che tutto finisse al più presto. D’altronde Reiting e Beineberg non avevano mancato di minacciargli la più atroce vendetta se avesse osato comunque accusarli.

Poi Törless fu riportato all’istituto. L’avevano ritrovato nella città vicina, affamato e stanco morto. 

Ora la sua fuga sembrava l’unico punto oscuro di tutta la faccenda. Ma la situazione gli era favorevole. Beineberg e Reiting avevano preparato bene il terreno, parlando del nervosismo da lui dimostrato negli ultimi tempi, della sensibilità morale per cui considerava un delitto il non aver subito denunziato i fatti pur conoscendoli fin da principio, ed era convinto di esser diventato così parzialmente responsabile della catastrofe. 

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Riflettere su come si manifestano i rapporti di forza, per lo più impliciti, nella scuola di oggi fra docenti e alunni, e fra alunni di diversa estrazione sociale.

 

Dal libro: La classe - Passo L-009   (Dianka la strafottente) - Da pag. 33 - a pag. 35

Contenuto :

Dianka rideva di chissà cosa con Fortunée, che aveva un ginocchio che spuntava dal banco e “Life Style” sulla canottiera. Al mio primo richiamo ha fatto la sorda. Allora ho alzato la voce.

- Mettiti composta, ho detto.

Ha eseguito fiaccamente.

- Più composta.

Si è irrigidita ironicamente.

- Sentiamo.

- Cosa?

- Sentiamo, ho detto.

Passava più tempo a fingere che a non capire. Ogni secondo era un mattone che la murava nel suo stesso gioco. La sua compagna ha sussurrato qualcosa che l’ha fatta sorridere.

- Ok, verrai da me alla fine dell’ora. Amar, frase 5, sentiamo.

- I cammelli bevono poca acqua.

- Allora, che tipo di presente è?

- Verità generale.

- Sì, è una verità generale perché non la si può contestare. 

Khoumba non ha alzato la mano, perline rosse in fondo alle treccine.

- Prof, ci sono dei cammelli che bevono.

- Sì, ma poco.

- Più degli uomini.

- Soltanto in proporzione.

- Quindi non è una verità generale. 

- Invece sì.

- Lei ha detto che quando non si è d’accordo non è una verità generale, e be’ io non sono d’accordo.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Discutere su possibilità e limiti di correzioni verbali molto forti.

 

Dal libro: La classe - Passo L-010   (Chiacchiere in pausa caffè) - Da pag. 100 - a pag. 102

Contenuto :

Seduta accanto, Rachel s’è data un tono professionale. 

- Vorrei parlarti di una cosa.

- Ah sì?

- Lunedì c’è stato uno scontro in terza C. Ho sentito Hakim che diceva “sporco ebreo” a Gibran perché non voleva dargli un foglio, per cui li ho rimproverati, gli ho detto che non si faceva, e lì hanno sbroccato, ti giuro per mezz’ora c’è stato un casino tremendo, non sono riuscita a spiegarmi, è stato un inferno. Quando sono usciti mi sono messa a piangere, per darti un’idea. Non riesco a restare calma su quell’argomento lì. Mi tocca sul vivo e non ci riesco. 

- Ah sì?

- Forse tu ci riusciresti.

- Chi lo sa.

- Mi ha deluso soprattutto Sandra. Ha detto: Io comunque sono razzista con gli ebrei e ci resto per tutta la vita. Tu li hai oggi?

- No. Solo dopodomani.

- Ci proverai?

- Vediamo quello che si può fare.

Danièle era incollata da mezz’ora al telefono.

- Sì, buongiorno, avrei bisogno di parlarle di suo figlio, e la invito a una riunione per la prossima settimana.

Géraldine aveva tettine da leccare ed era appena arrivata.

- Che fai?

Danièle ha messo una mano intorno al telefono.

- Sto chiamando i genitori degli studenti della quinta A. Non ti dico che palle.

Gilles avrebbe potuto farsi una collana con le occhiaie.

- Tanto ormai è tardi, non è che adesso puoi cambiare qualcosa. Lo stesso con le quarte.

Léopold, “Evil’s Waiting For You”.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Riflessione sulla morale implicita e gli eventuali pregiudizi che un insegnante individua in se stesso. 

 

Dal libro: ll rosso e il blu - Passo L-012   (Le bugie del professore) - Da pag. 99 - a pag. 100

Contenuto :

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Discutere sulle implicazioni delle menzogne degli insegnanti in ambiente scolastico.

 

Dal libro: Diario di scuola - Passo L-013   (Storie di assenze giustificate) - Da pag. 68 - a pag. 68

Contenuto :

Una delle storie più memorabili di complicità adulta alle bugie di un bambino è la disavventura capitata al fratello del mio amico B. All’epoca doveva avere dodici o tredici anni. Poiché teme una interrogazione di matematica, chiede al suo migliore amico dove si trova esattamente l’appendice. Dopodiché si accascia simulando una crisi atroce. Il preside finge di credergli, lo rimanda a casa, non fosse che per sbarazzarsi di lui. Da qui i genitori – cui ne ha combinate di tutti i colori – lo portano senza illusioni in una clinica vicina, dove, sorpresa, viene operato all’istante! Dopo l’operazione il chirurgo compare, reggendo un vaso in cui galleggia un lungo affare sanguinolento, e dichiara, con il volto raggiante d’innocenza: “Ho fatto bene a operarlo, stava per andare in peritonite!”.

Perché le società si reggono anche sulla menzogna condivisa.

O questa altra storia più recente: N., preside di un liceo parigino, pone grande attenzione alla frequenza scolastica. Fa lei stessa l’appello in quinta. Tiene particolarmente d’occhio un recidivo, che ha minacciato di espulsione alla prossima assenza ingiustificata. Quella mattina il ragazzo è assente; è la volta di troppo. N. chiama subito la famiglia dal telefono della segreteria. La madre, desolata, dichiara che il figlio è davvero malato, a letto, con un febbrone da cavallo, e le assicura che stava per avvertire la scuola. N. mette giù il telefono soddisfatta: tutto è sotto controllo. Peccato che incroci il ragazzo tornando nel suo ufficio. Era semplicemente andato in bagno durante l’appello.

 

 

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Discutere le situazioni presentate nel testo e confrontarle con le proprie esperienze personali svolgendone le implicazioni morali. 

 

Dal libro: Infinite Jest - Passo L-015   (Come ascolta Mario) - Da pag. 1 - a pag. 100

Contenuto :

Gerhardt Schtitt, Allenatore Capo e Direttore Atletico dell’Enfield Tennis Academy di Enfield MA, fu corteggiato senza tregua dal Preside dell’ETA, Dott. James Incandenza, fu praticamente implorato di entrare a far parte dell’Accademia proprio nel momento in cui la cima della collina fu spianata e l’istituto stava per nascere. Incandenza aveva deciso che avrebbe portato Schtitt nel comitato direttivo ad ogni costo – nonostante Schtitt fosse stato di recente invitato a dimettersi dallo staff di uno dei campi di Nick Bollettieri a Sarasota a causa di uno sfortunatissimo incidente nel quale era stato coinvolto un frustino da equitazione.

Ma ormai tutti all’ETA pensano che le storie sulla faccenda delle punizioni corporali di Schtitt debbano essere state gonfiate all’inverosimile, perché se è vero che Schtitt continua a portare quegli alti stivaloni neri lucenti e, sì, anche le mostrine militari, sì, ancora, e una bacchetta retrattile da meteorologo che è chiaramente un surrogato del vecchio frustino da equitazione ora proibito, lui, Schtitt, a quasi settant’anni si è ammorbidito fino a diventare una sorta di anziano uomo di Stato che comunica astrazioni più che disciplina, un filosofo anziché un re. La sua funzione più importante è quella verbale; in tutti e nove gli anni di Schtitt all’ETA la bacchetta da meteorologo non ha avuto contatti correttivi con un solo sedere d’atleta.

Eppure, anche se adesso ci pensano i vari Lebensgefährtnis e prorettori ad amministrare la maggior parte delle piccole necessarie crudeltà che forgiano il carattere, ogni tanto Schtitt si diverte ancora. 

Perciò quando Schtitt indossa il suo elmetto di cuoio e gli occhialoni e accende la sua vecchia moto BMW dei tempi della Repubblica Federale Tedesca e precede le squadre fradice di sudore dell’ETA su per i colli della Comm. Ave. per la corsetta pomeridiana fino a East Newton sputando ogni tanto piselli con una cerbottana per punire i più pigri, è in genere il diciottenne Mario Incandenza che porta insieme a sé sul sidecar, opportunamente cinturato, sorridente, col vento che gli spara all’indietro i capelli sottili sulla testa sovradimensionata e la mano artigliata che gesticola alle persone che conosce. Potrebbe sembrare strano che il leptosomatico Mario I., tanto menomato da non riuscire a tenere in mano una racchetta figuriamoci poi usarla per colpire una palla in movimento, sia l’unico ragazzo all’ETA di cui Schtitt cerchi la compagnia, anzi l’unica persona con cui Schtitt parli francamente, senza il cipiglio pedagogico. Non è molto vicino ai suoi prorettori, Schtitt, e tratta Aubrey deLint e Mary Esther Thode con un formalismo quasi parodistico. Ma spesso nelle serate calde Mario e l’Allenatore Schtitt si trovano sotto il padiglione di tela dei Campi Est o al faggio rosso che torreggiano a ovest di Com. & Amm. o a uno dei tavoli da picnic sfregiati dalle iniziali sul sentiero che parte da dietro la Casa del Preside dove vivono la madre e lo zio di Mario; Schtitt si gusta la sua pipa postprandiale, Mario si gode i profumi delle calliopsis lungo i campi, il profumo dolciastro dei pini e quello ricco, muschiato dei rovi che si levano dai pendii della collina. E gli piace anche l’odore sulfureo dell’oscura miscela austriaca di Schtitt. Schtitt parla, Mario più che altro ascolta. Si può dire che Mario è un ascoltatore nato. Una delle co

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Evidenziare le caratteristiche del giovane disabile che favoriscono la comunicazione nel rapporto educativo.

 

Dal libro: Americana - Passo L-016   (Lezioni e distrazioni) - Da pag. 0 - a pag. 0

Contenuto :

All’inizio avevo fatto amicizia con un ragazzo di nome Leonard Zajac, conosciuto fra i luminari del circolo dei poeti come il Piccolo Foruncoloso. Frequentavamo varie lezioni insieme e mi colpivano molto il suo sarcasmo pronto e nervoso, la sua iconoclastia, il modo in cui sapeva rivoltare come un guanto le idee recepite da tutti e conferire significati nuovi senza necessariamente credere nella propria interpretazione più che nell’originaria. Leonard era un ragazzo obeso e solitario, con la nuca cosparsa di furiose eruzioni violacee. Gli altri gli rivolgevano la parola solo quando era strettamente indispensabile e perfino gli insegnanti facevano del loro meglio per ignorare la sua esistenza. La grassezza, la pelle devastata, i vestiti trasandati da ghetto apparivano tragicamente fuori posto nel panorama lustro della California meridionale. Leonard passava un sacco di tempo in biblioteca. Io e lui andavamo d’accordo. Sentivo che poteva aiutarmi a rendere la mia mente uno strumento preciso e affilato. Kinch. Lama di coltello. Leonard era generoso con il suo tempo e le sue idee. Non c’era voluto molto prima che iniziassi a immaginarmelo nelle vesti di brillante autore di satira e critico di costumi, un personaggio di grandezza swiftiana, un fenomeno postrinascimentale, un falò intorno al quale ci radunavamo tutti in cerca di saggezza e calore. Ai miei occhi di diciottenne, la vita di Leonard esercitava una certa attrattiva. L’acne cronica e l’obesità fanno presto a cancellare ogni illusione: meglio fare della solitudine un’amica e della biblioteca il proprio grembo materno e santuario. Poi, di colpo, era crollato tutto. Un giorno Leonard mi confidò di essersi innamorato di Page Talbot. Page era una ragazza del Kansas dai lunghi capelli biondi, il tipo di donna che a tre metri di distanza sembra uno schianto, mentre da vicino si notano gli occhi verdi slavati, la pelle giallastra e l’assoluta inespressività del viso che faceva pensare a una donna adulta tuttora in lutto per la morte del coniglietto di quando era piccola. Ma quando si avvicinava o la si vedeva passare, con quegli ancheggiamenti che sembrava incapace di controllare, in jeans candeggiati dalla salsedine e camicia di tela grezza blu, ci dava la sensazione che per lei saremmo stati disposti a seguirla a piedi fino a Kansas City. Un giorno, in biblioteca, Leonard mi raccontò le sue fantasie. Immaginava di fare l’amore con lei sott’acqua, a cavallo, sulle cattedre dei professori, dentro le cabine telefoniche. Poi disse che avrebbe voluto essere come me, che avrebbe dato qualsiasi cosa pur di essere come me, in forma, bello, richiesto da tutti. La sua confessione aveva ottenuto l’effetto di sbilanciare in modo bizzarro il mio baricentro mentale. Quella sera ero andato a trovare Page Talbot in camera sua. Portavo calzoni sportivi beige, la migliore approssimazione possibile delle uniformi fresche e inamidate dell’Esercito degli Stati Uniti. Le ero apparso sulla soglia pensando a Burt Lancaster sotto la pioggia in attesa che Deborah Kerr gli apra la porta. La mia carriera di intellettuale era finita.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Osservare la dinamica della costituzione di modelli nella relazione scolastica e amicale dei due personaggi.

 

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