Dal film: If... - Clip F-003 Inizio : 01:10:00 - Fine: 01:17:48
Contenuto :
Mick, insieme a due suoi compagni, è ritenuto colpevole dai prefetti del collegio per il suo atteggiamento strafottente e insubordinato, ritenuto anche più grave perché Mick è preso a modello dagli studenti più piccoli. Per questo, i tre sono sottoposti a punizione fisica, a suon di vergate, che i prefetti eseguono personalmente nella palestra della scuola.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Sebbene riferibile a un contesto scolastico lontano dall’attuale, la scena si presta a riflettere sul significato e sui modi del dare le punizioni. Paradossalmente, nonostante la severità del castigo a cui lo studente è sottoposto, la clip contiene diversi elementi che possono far riflettere sul “buon” modo con cui questo è impartito.
In particolare, si può ragionare:
 
Dal film: Quando chiama il cuore (St. 4, Ep. 7: Il cuore di un insegnante) - Clip F-022 Inizio : 00:35:41 - Fine: 00:38:57
Contenuto :
Gli alunni incominciano il compito in classe. Passeggiando tra i banchi, il maestro Stolman nota che Emily tiene la matita in un modo, a detta sua, completamente scorretto. Visibilmente infastidito, obbliga la bambina ad impugnarla nel modo corretto, ma lei non ci riesce e lui spezza più volte la matita che, di volta in volta, la bimba usa per scrivere. Cody, amareggiato a causa del comportamento del maestro, decide di intervenire contro di lui e di esprimere il suo risentimento uscendo dall'aula con Emily; anche gli altri alunni si ribellano e se ne vanno. Incontrano Elizabeth in un caffè e parlano insieme. Tutti gli alunni si lamentano del nuovo insegnante. L'insegnante chiede loro di comportarsi comunque in modo educato con il maestro Stolman e, promette di tenere delle lezioni pomeridiane per aiutarli con lo studio. Gli studenti accettano volentieri. E mentre chiacchierano allegramente, il maestro Stolman, incuriosito, origlia.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :
Dal film: Io speriamo che me la cavo - Clip F-053 Inizio : 00:35:23 - Fine: 00:40:10
Contenuto :
Il maestro e i suoi studenti sono in classe durante la lezione quando, all’improvviso, Raffaele apre la porta senza bussare ed entra in aula. Pretende che Totò, suo “socio in affari”, esca dalla classe e vada insieme a lui a lavorare. Il suo atteggiamento è quello di un “camorrista, adulto, scontroso e pieno di odio”. Minaccia il maestro che, in un impeto incontrollato, lo colpisce con uno schiaffo. Pentendosi immediatamente del gesto, si reca dalla direttrice della scuola chiedendo di essere espulso. La direttrice sostiene l’approccio pedagogico “vecchio stampo”, che giustifica le punizioni corporali, perché lei afferma di “essere venuta su benissimo”. Inoltre, afferma che lo schiaffo gli regalerà l’apprezzamento e la riverenza degli studenti, e così accade.
Il maestro si sente in dovere di scusarsi con la classe: spiega, dunque, che il rispetto non si ottiene con la prepotenza, che gesti simili dovrebbero essere disprezzati e che il rispetto ottenuto con la violenza è vergogna.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :
Dal film: Io speriamo che me la cavo - Clip F-055 Inizio : 01:17:12 - Fine: 01:21:51
Contenuto :
A tarda sera, il maestro Sperelli è attirato dalle grida di Raffaele, che gli chiede di aiutare sua madre e di portarla in ospedale. Purtroppo però, la macchina di Sperelli è devastata a causa di Raffaele che, per vendircarsi di un torto subito a suo avviso da parte del maestro, ha tagliato le gomme al veicolo. Nonostante la rabbia, Sperelli tenta di aiutare in qualsiasi modo il ragazzo, tanto da acconsentire al furto di un auto per accomoagnare la madre in ospedale. La scena si conclude con Raffaele che, dispiaciuto per aver distrutto la macchina del maestro, allo stesso tempo è sorpreso per aver ricevuto comunque il suo aiuto.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :
Dal film: L'uomo senza volto - Clip F-058 Inizio : 01:39:40 - Fine: 01:47:43
Contenuto :
McLeod viene sospettato di abusare sessualmente di Chuck, sebbene non vi sia nessuna prova certa, ma solo pettegolezzi e pregiudizi. Viene, dunque, convocato davanti a una commissione, composta da un membro dell'assistenza all'infanzia, un procuratore, lo sceriffo del paese, uno psichiatra e un giudice, e viene interrogato sui fatti avvenuti. Durante la riunione, definita indebitamente informale, McLeod difende a qualsiasi costo il benessere dello studente: convinto che l'azione disciplinare intrapresa nei suoi confronti rappresenterà una violenza per il ragazzo, che sarà soggetto a continui interrogatori, si rende disponibile ad allontanarsi non solo da quest'ultimo, ma anche a lasciare la sua casa e la sua città, piuttosto che coinvolgere direttamente Chuck.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
 
Dal film: Coach Carter - Clip F-023 Inizio : 01:39:21 - Fine: 01:47:37
Contenuto :
Il Coach Carter è richiamato davanti ad una giuria e ad un consiglio formato da colleghi e genitori, affinché l’attività sportiva riprenda il normale svolgimento. Dopo un dibattito, nel quale Carter difende il proprio metodo educativo, determinato nel dimostrare la necessità di trasmettere valori morali ai propri ragazzi, assiste alla reazione di questi ultimi.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :
Dal film: Il professore cambia scuola - Clip F-068 Inizio : 00:26:05 - Fine: 00:28:17
Contenuto :
Un alunno dorme in classe. Quando viene rimproverato dal professore, si rivolge a lui dandogli del “tu” e mandando su tutte le furie il professor Foucault. Amareggiato, François si confronta con i suoi colleghi, proponendo di convocare i genitori del ragazzo. Coinvolto anche il preside, che incontra il ragazzo e lo rimprovera, di comune accordo con il professore, si opta per la sospensione di una settimana.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :
Dal film: L'ultima ora - Clip F-088 Inizio : 00:07:29 - Fine: 00:08:40
Contenuto :
Dopo il tentato suicidio del professor Capadis, Pierre cerca fin da subito di creare un legame con i ragazzi che hanno assistito alla caduta dell’insegnante dalla finestra. Nonostante la grande comprensione del supplente nei loro confronti, i ragazzi sembrano freddi, a tratti inquietanti e poco disposti ad aprirsi con il nuovo arrivato.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
 
Dal film: La classe degli asini - Clip F-084 Inizio : 00:06:25 - Fine: 00:07:50
Contenuto :
Il professor Felice, non riuscendo a far scendere Riccardo dall’albero, decide di portare tutti i ragazzi in cortile, affinché possa venire coinvolto anche lo stesso Riccardo. La lezione verrà svolta lontana dai banchi, ma in un’ottica inclusiva e partecipativa.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :
Dal film: Mona Lisa smile - Clip F-098 Inizio : 01:50:16 - Fine: 01:52:07
Contenuto :
L'addio di Katherine Watson alla scuola e alle sue alunne.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :
Dal libro: Sesso, droga e lavorare - Passo L-002 (Il preside Mattioli) - Da pag. 33 - a pag. 36
Contenuto :
La seconda volta che feci la quarta superiore fu una figata: tutto quello che avevo studiato l’anno precedente – cioè, quel poco che avevo studiato – era già lì bello pronto. La notizia sensazionale fu l’allontanamento di Scavecchia dalla mia sezione per sopraggiunti limiti di sopportazione da parte dei ripetenti. Severo ma giusto.
Mi accorsi a poco a poco durante quell’anno che la scuola non era così male se la si poteva vivere come luogo di aggregazione e non come prigione. Quindi passai gran parte del tempo fuori dall’aula, in accordo coi prof che mi volevano bene e con cui non avevo problemi di voto nelle materie. La prof di italiano, per esempio, mi lasciava spesso la libertà di dedicarmi alla ristrutturazione dell’aula di musica e alla ricostituzione del comitato studentesco, che erano entrambe attività che prevedevano una buona percentuale di tempo dedicato a stare in compagnia e a fumare canne. Quindi mi divertii molto quell’anno e fui promosso con un paio di materie sotto, di cui matematica e un’altra a caso che non ricordo. Non ricordo molto altro in generale, se non che fu l’anno in cui iniziai a fumare, organizzai qualche concerto e mi dedicai all’attività politica studentesca. Infatti, l’anno successivo, in quinta, mi feci eleggere rappresentante degli studenti, e questo comportò che spesso e volentieri venissi chiamato a rapporto dal preside Mattioli, non per motivi disciplinari bensì per fare importanti chiacchiere tra uomini.
“Fonsi, ho sentito voci e letto volantini riguardanti un’occupazione, mi spieghi meglio.”
“Eh, sì, prof, la settimana prossima occupiamo.”
“Siete sicuri? Perché?”
“Per protestare contro la riforma e proporre il nostro modello di scuola.”
“Mi sembra una motivazione giusta, Fonsi, ma se occupate io poi devo chiamare i carabinieri.”
“Beh, perché?”
“Per legge. Non si può occupare un edificio pubblico.”
“Ma prof abbiamo organizzato un sacco di cose: incontri, laboratori, cineforum, concerti…”
“Ah, lo immagino, siete bravissimi a fare tutto quello che non è studiare. Se dedicaste la metà del tempo che impiegate a organizzare le vostre cose in ore di studio, sareste tutti degli ottimi studenti. E invece…”
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Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Riflettere sulla figura del preside Mattioli e sulla sua propensione alla mediazione e al dialogo con l’alunno ripetente.
 
Dal libro: Il Paese sbagliato: Diario di un'esperienza didattica - Passo L-005 (Lettera di un prof) - Da pag. 391 - a pag. 397
Contenuto :
(Attività svolta con la classe quinta elementare)
“Cari amici,
leggo e rileggo con piacere ed attenzione le vostre riflessioni su INSIEME, e vi devo dire francamente che la via che avete imboccato mi sembra quella migliore.
Insegno in una scuola media della provincia di Torio, a Torre Pellice, già vicino al confine con la Francia; con i miei ragazzi parlo spesso del loro avvenire, del lavoro o degli studi che vorranno intraprendere alla fine della scuola media. Da queste conversazioni ho imparato moltissimo, sono entrato a far parte del loro – e vostro – mondo e ho capito che molte cose richieste dai “programmi” possono anche essere inutili.
Vorrei ora chiedere a voi che cosa vi aspettate dalla scuola media, che cosa pensate che vi debba dare e a che cosa vi debba servire per la vita futura. Credo che molti di voi si saranno già posti questa domanda, adesso che state per lasciare la scuola elementare.
Aspetto una vostra risposta o gli appunti di una vostra discussione, anche per mezzo del vostro INSIEME!
Un caro augurio di buon lavoro a tutti,
Vostro Roberto Eynard”.
Anche al nostro amico professore rispondemmo pubblicando sul giornale la conversazione.
Tiberio: - Secondo me alla media dànno troppi compiti come: francese, italiano, latino, matematica, scienze, storia. I compiti sono da escludere perché dopo cinque ore il ragazzo ha diritto di riposare.
Antonio: - Mio cugino mi ha raccontato che i professori sono molti e quindi compiti e lezioni sono numerosi. I professori sono molto severi, tutti i ragazzi dovevano sapere la lezione altrimenti facevano la nota. Non è come noi che se uno non sa una cosa gliela spieghiamo diverse volte. Per lui era pesante la scuola. Quando il professore, col dito, scorreva l’elenco dei nomi da interrogare, mio cugino batteva i denti, aveva paura. Non perché non studiava ma perché le materie erano troppe e non poteva tenerle nella mente tutte.
Lorena: - Mia zia “aveva paura” dei compiti. Siccome non poteva ricordare tutto, aveva paura che il professore interrogasse lei. Per me sarebbe giusto dare compiti, ma non un’esagerazione come ora.
Fabio: - Quando uscivo alle quattro da scuola e andavo a giocare, vedevo mia sorella che dall’una era ancor
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Riflettere sulla distanza culturale fra l’epoca di Mario Lodi e l’attuale per quanto riguarda la propensione dei bambini ad argomentare su temi di rilevanza morale.
 
Dal libro: Per fortuna faccio il prof - Passo L-003 (Mestiere di Prof) - Da pag. 71 - a pag. 77
Contenuto :
Quello del professore è un mestiere unico. Sembra sceso dal paradiso. Mestiere colto, delicato, avventuroso, creativo. Dolce e guerriero. Scrigno di memorie senza fine e annuncio senza fine di futuro. Che indica le notti e le aurore dei tempi. Che chiede incessantemente di camminare, talora di volare. Ma consapevole pure che difendere la tradizione può essere sfida intellettuale d’avanguardia, e rincorrere l’innovazione può essere cialtroneria sciagurata. Fare il professore è accoglienza, esercizio senza fine di responsabilità, orgoglio di libertà personale ma anche immersione incondizionata nella vita sociale.
Mi sono fatto nel tempo l’idea che non esista e non possa esistere una scuola dove si impari a insegnare. Perché insegnare richiede doti che nessuna istituzione formale può conferirti e poi riconoscerti con una stretta di mano e un diploma. […]
Ecco, voglio dire che non si può insegnare, non si può entrare in relazione con la vita altrui se non si è saputo entrare in relazione con la propria. Perché è nella propria vita che vanno trovati i segreti dell’insegnamento. A partire dalla quantità di volte che vorremmo avere visto affrontare un problema o esercitare un ruolo con responsabilità. Magari a rischio della propria vita. Non minore di quello di cui abbiamo beneficiato deve essere il nostro senso di responsabilità verso gli altri. Il destino ci affida il futuro di giovani vite, e noi possiamo incidere con un nonnulla su questo o quell’aspetto del loro corso. Un comportamento, una parola, un gesto, un libro. Provo di nuovo a ripescare nelle mie memorie. La professoressa di matematica delle medie e la sua storiella delle “undici pi”: “Prima pensa poi parla, perché la parola poco pensata può portare pregiudizio.” Altro che le scuole di diplomazia. O il professore di greco del liceo prima di congedarci per la pausa estiva: non vi assegno nessun compito delle vacanze, ma non chiudete mai una giornata se non avete letto qualcosa, le pagine di un libro o anche un articolo di giornale, l’importante è leggere, non vivere come gli animali. O il professore di Storia economica all’università: i libri vanno letti ogni dieci anni perché ci troverete dentro sempre cose nuove.
Tutto rimane di quel che viene detto o non detto dall’altra parte della cattedra, anche se i protagonisti lo dimenticano in un batter d’ali. Per questo dico anche che la voglia di apparire “giovani” non attraverso l’esercizio faticoso della mente (e del fisico, come vedremo con l’università itinerante) ma attraverso l’uso gratuito in aula della parola poco accostumata non è cosa indolore. Ma diventa legittimazione del turpiloquio che mina pensiero e linguaggio.
È uno dei punti che mi sta più a cuore. Confesso infatti di avvertire in modo particolare la responsabilità di essere davanti ai giovani una espressione, la più semplice, la più immediata, dello Stato. Insegni in una università pubblica, in una università che si chiama “statale”, e non puoi dimenticarlo mai. Devi rappresentare, senza cercare alibi, lo Stato come piacerebbe a te. Accogliente, si è detto. Ma anche trasparente. Cosciente dei suoi doveri. Rigoroso con se stesso, anzitutto. Con la “S” maiuscola, come l’ho sempre scritto per educazione, anche da contestatore, al punto che per questo il mio primo libro venne sbeffeggiato in sede di recensione su “L’Ora” di Palermo. La questione è di sentire l’ampiezza della sfida con la mafia. Che obbliga non solo a produrre conoscenza e poi ancora conoscenza. Ma anche a contribuire a rendere forte e credibile lo Stato in nome del quale la mafia stessa deve essere combattuta.
È un compito che mette davanti a una serie di
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Confrontarsi con l’immagine del ruolo morale del docente proposta dall’autore e discutere le proprie posizioni.
 
Dal libro: I turbamenti del giovane Törless - Passo L-008 (Lo strano interrogatorio di Törless) - Da pag. 174 - a pag. 179
Contenuto :
Il giorno dopo, quando gli allievi furono chiamati ad uno ad uno per essere interrogati, Törless era scomparso.
Era stato visto per l’ultima volta la sera prima, chino su un quaderno che in apparenza stava leggendo.
Fu cercato in tutto l’edificio. Beineberg in segreto sgattaiolò a vedere se non era nel nascondiglio in soffitta.
Finalmente fu chiaro che era fuggito dall’istituto e vennero informate le autorità, con la raccomandazione di trattarlo benevolmente.
Intanto era incominciata l’inchiesta.
Reiting e Beineberg, credendo che Törless fosse fuggito per paura delle loro minacce, si sentirono in dovere di stornare da lui ogni sospetto e lo difesero vivacemente.
Gettarono ogni colpa su Basini e tutta la classe testimoniò come un sol uomo che Basini era un ladro e un indegno, che ai più benintenzionati tentativi di correggerlo aveva risposto solo con nuove ricadute. Reiting solennemente dichiarò che lui e Beineberg capivano di aver sbagliato, ma che avevano agito solo per compassione, per non lasciare che un compagno fosse deferito ai superiori per il castigo prima di aver esaurito tutti i mezzi di benevola correzione. E di nuovo tutta la classe giurò che i maltrattamenti a Basini erano stati un’esplosione spontanea perché costui aveva risposto con la peggiore e più volgare ironia ai nobili sentimenti di coloro che intendevano risparmiarlo.
In breve fu una commedia ben architettata, messa in scena con molta abilità da Reiting, in cui vennero fatti risonare tutti gli accenti moralistici atti ad accarezzare gli orecchi degli insegnanti.
Basini conservò sempre un silenzio ostinato. Era ancora paralizzato dal terrore per i fatti di due giorni prima, e la solitudine in cui era confinato, insieme con il tranquillo, obiettivo andamento delle indagini era già per lui una liberazione. Desiderava soltanto che tutto finisse al più presto. D’altronde Reiting e Beineberg non avevano mancato di minacciargli la più atroce vendetta se avesse osato comunque accusarli.
Poi Törless fu riportato all’istituto. L’avevano ritrovato nella città vicina, affamato e stanco morto.
Ora la sua fuga sembrava l’unico punto oscuro di tutta la faccenda. Ma la situazione gli era favorevole. Beineberg e Reiting avevano preparato bene il terreno, parlando del nervosismo da lui dimostrato negli ultimi tempi, della sensibilità morale per cui considerava un delitto il non aver subito denunziato i fatti pur conoscendoli fin da principio, ed era convinto di esser diventato così parzialmente responsabile della catastrofe.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Riflettere su come si manifestano i rapporti di forza, per lo più impliciti, nella scuola di oggi fra docenti e alunni, e fra alunni di diversa estrazione sociale.
 
Dal libro: Americana - Passo L-016 (Lezioni e distrazioni) - Da pag. 0 - a pag. 0
Contenuto :
All’inizio avevo fatto amicizia con un ragazzo di nome Leonard Zajac, conosciuto fra i luminari del circolo dei poeti come il Piccolo Foruncoloso. Frequentavamo varie lezioni insieme e mi colpivano molto il suo sarcasmo pronto e nervoso, la sua iconoclastia, il modo in cui sapeva rivoltare come un guanto le idee recepite da tutti e conferire significati nuovi senza necessariamente credere nella propria interpretazione più che nell’originaria. Leonard era un ragazzo obeso e solitario, con la nuca cosparsa di furiose eruzioni violacee. Gli altri gli rivolgevano la parola solo quando era strettamente indispensabile e perfino gli insegnanti facevano del loro meglio per ignorare la sua esistenza. La grassezza, la pelle devastata, i vestiti trasandati da ghetto apparivano tragicamente fuori posto nel panorama lustro della California meridionale. Leonard passava un sacco di tempo in biblioteca. Io e lui andavamo d’accordo. Sentivo che poteva aiutarmi a rendere la mia mente uno strumento preciso e affilato. Kinch. Lama di coltello. Leonard era generoso con il suo tempo e le sue idee. Non c’era voluto molto prima che iniziassi a immaginarmelo nelle vesti di brillante autore di satira e critico di costumi, un personaggio di grandezza swiftiana, un fenomeno postrinascimentale, un falò intorno al quale ci radunavamo tutti in cerca di saggezza e calore. Ai miei occhi di diciottenne, la vita di Leonard esercitava una certa attrattiva. L’acne cronica e l’obesità fanno presto a cancellare ogni illusione: meglio fare della solitudine un’amica e della biblioteca il proprio grembo materno e santuario. Poi, di colpo, era crollato tutto. Un giorno Leonard mi confidò di essersi innamorato di Page Talbot. Page era una ragazza del Kansas dai lunghi capelli biondi, il tipo di donna che a tre metri di distanza sembra uno schianto, mentre da vicino si notano gli occhi verdi slavati, la pelle giallastra e l’assoluta inespressività del viso che faceva pensare a una donna adulta tuttora in lutto per la morte del coniglietto di quando era piccola. Ma quando si avvicinava o la si vedeva passare, con quegli ancheggiamenti che sembrava incapace di controllare, in jeans candeggiati dalla salsedine e camicia di tela grezza blu, ci dava la sensazione che per lei saremmo stati disposti a seguirla a piedi fino a Kansas City. Un giorno, in biblioteca, Leonard mi raccontò le sue fantasie. Immaginava di fare l’amore con lei sott’acqua, a cavallo, sulle cattedre dei professori, dentro le cabine telefoniche. Poi disse che avrebbe voluto essere come me, che avrebbe dato qualsiasi cosa pur di essere come me, in forma, bello, richiesto da tutti. La sua confessione aveva ottenuto l’effetto di sbilanciare in modo bizzarro il mio baricentro mentale. Quella sera ero andato a trovare Page Talbot in camera sua. Portavo calzoni sportivi beige, la migliore approssimazione possibile delle uniformi fresche e inamidate dell’Esercito degli Stati Uniti. Le ero apparso sulla soglia pensando a Burt Lancaster sotto la pioggia in attesa che Deborah Kerr gli apra la porta. La mia carriera di intellettuale era finita.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Osservare la dinamica della costituzione di modelli nella relazione scolastica e amicale dei due personaggi.