Educazione morale scolastica
Repertorio materiali didattici

Materiali didattici

Materiali didattici relativi alla tematica:
Reciproche aspettative etiche e professionali di genitori e insegnanti

Clip da Film

Dal film: L'attimo fuggente - Clip F-014  Inizio : 01:21:35 - Fine: 01:39:20

Contenuto :

Lo studente Neil Perry riceve la visita del padre, che gli impone di lasciare la compagnia di teatro di cui fa parte: il giovane cerca di comunicargli la sua passione, ma viene sovrastato dall'atteggiamento autoritario del padre.

La sera stessa della prima dello spettacolo, Neil, in cerca di aiuto e conforto, si reca così nell'alloggio privato del professor Keating, il quale gli chiede come sia andato l’incontro col padre: mentendo, Neil risponde che l'incontro è stato positivo.

Durante la recita tutti i presenti concordano sul talento di Neil, ma il padre, arrabbiato per la disobbedienza del figlio, lo allontana bruscamente dal professore e gli comunica la propria intenzione di iscriverlo a un'accademia militare, con lo scopo di avviarlo alla professione medica.

ATTENZIONE

Il minutaggio indicato comprende scene intermedie che, in sede di formazione, si può evitare di mostrare. Si consiglia di proiettare i tre seguenti spezzoni l'uno dopo l'altro:

  • da 1:21:35 a 1:26:50
  • da 1:29:10 a 1:30:05
  • da 1:35:12 a 1:39:20

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Il tema della clip è quello di un autentico dilemma morale, davanti al quale il professor Keating si trova: egli è certo delle doti artistiche di Neil e conosce anche la sua passione per il teatro. Dall'altra parte, però, Keating conosce anche le aspirazioni e i progetti che la famiglia ha sul ragazzo. Si scontrano, dunque, non solo i progetti di vita di una persona; non solo due idee di educazione, più o meno autoritaria; ma anche due veri e propri modi di intendere il proprio ruolo di insegnante.

  • Fin dove un insegnante si può spingere nello spronare un allievo verso una certa scelta di vita?
  • Vi è mai capitato che un genitore vi chiedesse di non interessarvi delle passioni dei propri figli? È giusto che sia così? È giusto che un insegnante si interessi solamente alla vita scolastica dei propri alunni?
  • Quanto è importante la figura dell'insegnante, soprattutto per gli alunni che provengono da una famiglia autoritaria?

 

Dal film: La classe - Entre les murs - Clip F-007  Inizio : 00:56:36 - Fine: 01:02:48

Contenuto :

Durante la giornata dei colloqui, il professore di Lettere accoglie a ricevimento diverse famiglie dei propri studenti e le cinque che si presentano sono totalmente diverse l’una dall’altra: incontriamo genitori stranieri che hanno difficoltà a comunicare con l’insegnante ma sono comunque disponibili a comprendere e a dialogare nonostante i propri limiti; un padre poco istruito che desidera un’educazione migliore per il proprio figlio; una madre che confida al professore di non capire e di non aver mai capito l’istituzione scolastica e accusa il docente stesso di giudicare il figlio solo per i vestiti scuri che indossa; una madre che vorrebbe iscrivere il figlio ad una scuola superiore privata, poiché ritiene che abbia un livello più elevato rispetto a quello che, nella scuola pubblica, gli insegnanti si accontentano di far raggiungere ai loro studenti; la madre e il fratello di un alunno “problematico” che hanno molte difficoltà a interloquire con il professore perché la prima non conosce la lingua e il secondo è tenuto solamente ad essere il traduttore della conversazione.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Come sono vissuti, da parte degli insegnanti, i colloqui con i genitori? Quali sono le emozioni più comuni che li precedono?
  • È facile essere accusati da un genitore durante un colloquio? Se sì, quali sono le accuse più frequenti?
  • Qual è il modo migliore di reagire a un’accusa, soprattutto se si viene tacciati di scarso impegno nel proprio lavoro o di accontentarsi di un livello scolastico mediocre dai propri alunni?
  • Negli ultimi tempi, sono state molte le notizie di professori aggrediti da genitori perché non convinti del giudizio dato ai loro figli. E' normale che gli insegnanti abbiano paura a comunicare alle famiglie delle notizie sul comportamento di uno studente?
  • Come vengono affrontate le comunicazioni di condotte devianti ai genitori degli alunni colpevoli?
  • Spesso i genitori hanno la convinzione che gli insegnanti raccontino delle bugie sulla condotta e sull’apprendimento del figlio: cosa c'è di vero in questo? Cosa si può fare per stabilire un clima di maggiore fiducia? Anche gli insegnanti temono che i genitori non siano sinceri?

 

Dal film: Detachment - Il distacco - Clip F-032  Inizio : 00:33:06 - Fine: 00:33:45

Contenuto :

La scena riporta il rapporto conflittuale esistente tra la scuola e la famiglia. Ciò che appare è l’incomprensione reciproca da parte di entrambi i soggetti coinvolti, che provoca gravi conseguenze sugli studenti. 

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Quali sono le azioni che possono garantire un clima di collaborazione tra scuola e famiglia?
  • Quanto il benessere e il comportamento degli studenti a scuola dipende dalla relazione esistente tra scuola e famiglia? Secondo voi, tale relazione è in capo maggiormente alla scuola o alla famiglia?
  • Fino a che punto è opportuno coinvolgere la famiglia nella vita scolastica degli studenti? In vista dello sviluppo dell’autonomia, della responsabilità e della giusta libertà degli studenti, com’è possibile bilanciare l’intervento rispettivamente da parte della scuola e della famiglia?
  • Quanto è importante l’esistenza di una relazione di fiducia tra scuola e famiglia?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • Secondo voi, fino a che punto è giusto che i genitori vengano coinvolti dalla scuola per quanto riguarda alcuni aspetti del vostro percorso scolastico?
  • Se ritenete opportuno che ci sia una collaborazione tra scuola e famiglia, quali potrebbero essere i modi o le occasioni per favorirla? In cosa sarebbe bene che venissero coinvolti i vostri genitori? Quando percepote che manca la collaborazione tra scuola e famiglia, come vi sentite?

Dal film: Cyberbulli - Pettegolezzi Online - Clip F-061  Inizio : 00:32:56 - Fine: 00:35:20

Contenuto :

Taylor, vittima di cyberbullismo, si rifiuta di affrontare il problema, evitando i suoi compagni di scuola e le sue amiche e non frequentando le lezioni. La madre decide di parlare con il dirigente scolastico della situazione di sua figlia, chiedendo di prendere dei provvedimenti nei confronti del fenomeno del bullismo online molto diffuso tra i giovani. Il dirigente scolastico si dimostra comprensivo e consapevole del disagio che questo fenomeno sta causando tra i ragazzi, ma allo stesso tempo si ritiene incapace di intervenire a riguardo.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Come viene affrontato il tema del cyberbullismo a scuola? Se ne parla o rappresenta un tabù?
  • Quali possono essere le soluzioni e le conseguenze ad una scena di bullismo di cui un insegnante è spettatore? Vi siete mai trovato ad assistere a episodi di cyberbullismo?
  • Gli insegnanti sono a conoscenza del fenomeno del cyberbullismo?
  • La scuola ha le giuste competenze per affrontare questo tipo di problema? È tutto sulle spalle della famiglia?
  • Quali soluzioni si potrebbero adattare per arginare la diffusione di questo fenomeno?
  • Esistono progetti educativi che possano sensibilizzare i giovani e le famiglie rispetto al tema del cyberbullismo e alle conseguenze ad esso legate?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • Avete mai assistito a episodi di cyberbullismo? Se sì, come vi siete comportati? Se no, come pensate che reagireste? 
  • Che cosa, secondo voi, distingue uno scherzo da un atto di bullismo/cyberbullismo?
  • Sapreste dare una definizione di cyberbullismo? Viene affrontata la tematica nella tua scuola?
  • Se foste vittima di cyberbullismo, cosa fareste? Chiedereste aiuto a qualcuno? Se sì, a chi vi rivolgereste (amici, genitori, fratelli/sorelle, insegnanti, ecc.)?
  • Secondo voi, gli insegnanti o il dirigente scolastico potrebbero fare qualcosa per limitare il fenomeno del cyberbullismo? Se sì, cosa?
  • Nella clip viene messa in evidenza l’importanza della relazione e dell’apertura, da parte della vittima di cyberbullismo, rispettivamente con la madre e con il padre. Come valutate il comportamento della madre? E quello del dirigente scolastico a cui la madre si rivolge?
  • Il fenomeno del cyberbullismo si configura come un’emergenza educativa che interpella diverse agenzie educative, tra cui la famiglia e la scuola. Potete dire di sentirvi supportati e tutelati, tanto da saper di poter contare sulla loro presenza?
  • La cultura del rispetto della persona e delle sue diversità è un valore imprescindibile e la prevenzione, all’interno di una società digitale come la nostra, è uno dei passaggi fondamentali per evitare futuri risvolti di cyberbullismo. Quali comportamenti mettereste in atto di fronte ad un compagno con evidenti difficoltà relazionali e, quindi, preso di mira? Siete consapevoli di come nessun atto di cyberbullismo potrà mai essere giustificato come valido?

Dal film: Il rosso e il blu - Clip F-063  Inizio : 00:38:44 - Fine: 00:43:36

Contenuto :

I professori Prezioso e Fiorito si trovano ad affrontare il ricevimento con i genitori, durante il quale si parla dell’andamento scolastico degli alunni. Durante un colloquio, il professore Prezioso è coinvolto in una discussione con un genitore che, in disaccordo con l’insegnante, si sente offeso dalle sue affermazioni.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Nella vostra esperienza, quanto risulta importante lavorare sulla relazione tra scuola e famiglia? È un aspetto indispensabile? 
  • Relativamente alla questione della valutazione, ritenete che un insegnante sia libero di esprimere un giudizio su un suo alunno di fronte ai genitori? 
  • Oggigiorno, i ruoli di insegnante e genitore sono chiari e definiti? A vostro parere, è necessaria una ridefinizione? Perché?
  • Rispetto alla vostra esperienza, gli insegnanti si sentono minacciati/attaccati dalle famiglie? O ritenete che il rapporto sia più caratterizzato da collaborazione? Perché?
  • Ad oggi, sono molti i casi in cui il ruolo dell’insegnante viene messo in discussione? Quali potrebbero essere i motivi per cui questo fenomeno è sempre più diffuso? Come mai il mestiere dell’insegnante, un tempo oggetto di ammirazione, ora è oltraggiato?
  • Ci sono stati anche casi di aggressione nei confronti di insegnanti da parte di genitori infuriati per quelle che ritenevano ingiustizie ai danni dei propri figli. Vi è mai capitato di imbattervi in situazioni simili? Qual è stata la vostra reazione? Qual è stata la reazione dei vostri colleghi e del dirigente scolastico? E quella dell'alunno coinvolto?

 

Dal film: Il professore cambia scuola - Clip F-066  Inizio : 00:06:50 - Fine: 00:07:35

Contenuto :

Il padre di un allievo del professor Foucault chiede spiegazioni riguardo allo zero preso da suo figlio in un compito in classe. Il professore gli spiega che ha copiato e che, per questo, ha anche ricevuto due ore di punizione. Il padre cerca di mediare e propone un dettato per rimediare al voto. Il professore rifiuta.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Come può essere per un alunno ricevere uno zero da un insegnante? Quali possono essere le sue reazioni, i suoi sentimenti o i suoi stati d’animo? Vi è mai capitato di attribuire uno zero al lavoro di un vostro alunno? Quali sono le ragioni che vi hanno spinto a darlo o a non darlo?
  • Utilizzare il voto come punizione è spesso frequente all’interno delle classi: questa pratica viene accettata senza particolari disapprovazioni come strumento di oppressione. Condividete questa idea? Per voi che significato ha il voto?
  • Intimorire gli alunni per ottenere risultati soddisfacenti può essere una strategia corretta? Perchè?
  • L’obiettivo dell’istruzione non è punire un’impreparazione, bensì favorirne la preparazione. Di fronte all’impreparazione di un alunno come vi comportereste? Dareste la possibilità di un “rinvio a giudizio”?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • Cosa succede quando prendete un brutto voto a scuola? Come vi sentite? Quali emozioni provate?
  • In seguito ad un brutto voto, accettereste un momento di confronto con il vostro professore, per comprendere gli errori commessi?
  • Come vi sentite di fronte ai vostri compagni quando ricevete un voto negativo?
  • Avete mai avuto l'impressione che un voto negativo venga utilizzato come minaccia? O come punizione? Se sì, come vi sentite quando accade? Come lo interpretate?
  • Approfittate delle situazioni nelle quali il vostro insegnante vi permette di rimediare ad un voto negativo? Come? Cosa fate?
  • Vi è mai capitato che uno dei vostri genitori abbia chiesto un colloquio con un vostro insegnante in seguito ad un brutto voto ricevuto? Come vi siete sentiti? Se non è mai accaduto, avete desiderato che accadesse?

Passi da Libro

Dal libro: Il Paese sbagliato: Diario di un'esperienza didattica - Passo L-005   (Lettera di un prof) - Da pag. 391 - a pag. 397

Contenuto :

(Attività svolta con la classe quinta elementare)

 

“Cari amici,

leggo e rileggo con piacere ed attenzione le vostre riflessioni su INSIEME, e vi devo dire francamente che la via che avete imboccato mi sembra quella migliore.

Insegno in una scuola media della provincia di Torio, a Torre Pellice, già vicino al confine con la Francia; con i miei ragazzi parlo spesso del loro avvenire, del lavoro o degli studi che vorranno intraprendere alla fine della scuola media. Da queste conversazioni ho imparato moltissimo, sono entrato a far parte del loro – e vostro – mondo e ho capito che molte cose richieste dai “programmi” possono anche essere inutili.

Vorrei ora chiedere a voi che cosa vi aspettate dalla scuola media, che cosa pensate che vi debba dare e a che cosa vi debba servire per la vita futura. Credo che molti di voi si saranno già posti questa domanda, adesso che state per lasciare la scuola elementare.

Aspetto una vostra risposta o gli appunti di una vostra discussione, anche per mezzo del vostro INSIEME!

Un caro augurio di buon lavoro a tutti,

 

Vostro Roberto Eynard”.

 

Anche al nostro amico professore rispondemmo pubblicando sul giornale la conversazione.

 

Tiberio: - Secondo me alla media dànno troppi compiti come: francese, italiano, latino, matematica, scienze, storia. I compiti sono da escludere perché dopo cinque ore il ragazzo ha diritto di riposare.

Antonio: - Mio cugino mi ha raccontato che i professori sono molti e quindi compiti e lezioni sono numerosi. I professori sono molto severi, tutti i ragazzi dovevano sapere la lezione altrimenti facevano la nota. Non è come noi che se uno non sa una cosa gliela spieghiamo diverse volte. Per lui era pesante la scuola. Quando il professore, col dito, scorreva l’elenco dei nomi da interrogare, mio cugino batteva i denti, aveva paura. Non perché non studiava ma perché le materie erano troppe e non poteva tenerle nella mente tutte.

Lorena: - Mia zia “aveva paura” dei compiti. Siccome non poteva ricordare tutto, aveva paura che il professore interrogasse lei. Per me sarebbe giusto dare compiti, ma non un’esagerazione come ora.

Fabio: - Quando uscivo alle quattro da scuola e andavo a giocare, vedevo mia sorella che dall’una era ancor

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Riflettere sulla distanza culturale fra l’epoca di Mario Lodi e l’attuale per quanto riguarda la propensione dei bambini ad argomentare su temi di rilevanza morale.

 

Dal libro: Per fortuna faccio il prof - Passo L-003   (Mestiere di Prof) - Da pag. 71 - a pag. 77

Contenuto :

Quello del professore è un mestiere unico. Sembra sceso dal paradiso. Mestiere colto, delicato, avventuroso, creativo. Dolce e guerriero. Scrigno di memorie senza fine e annuncio senza fine di futuro. Che indica le notti e le aurore dei tempi. Che chiede incessantemente di camminare, talora di volare. Ma consapevole pure che difendere la tradizione può essere sfida intellettuale d’avanguardia, e rincorrere l’innovazione può essere cialtroneria sciagurata. Fare il professore è accoglienza, esercizio senza fine di responsabilità, orgoglio di libertà personale ma anche immersione incondizionata nella vita sociale.

Mi sono fatto nel tempo l’idea che non esista e non possa esistere una scuola dove si impari a insegnare. Perché insegnare richiede doti che nessuna istituzione formale può conferirti e poi riconoscerti con una stretta di mano e un diploma. […]

Ecco, voglio dire che non si può insegnare, non si può entrare in relazione con la vita altrui se non si è saputo entrare in relazione con la propria. Perché è nella propria vita che vanno trovati i segreti dell’insegnamento. A partire dalla quantità di volte che vorremmo avere visto affrontare un problema o esercitare un ruolo con responsabilità. Magari a rischio della propria vita. Non minore di quello di cui abbiamo beneficiato deve essere il nostro senso di responsabilità verso gli altri. Il destino ci affida il futuro di giovani vite, e noi possiamo incidere con un nonnulla su questo o quell’aspetto del loro corso. Un comportamento, una parola, un gesto, un libro. Provo di nuovo a ripescare nelle mie memorie. La professoressa di matematica delle medie e la sua storiella delle “undici pi”: “Prima pensa poi parla, perché la parola poco pensata può portare pregiudizio.” Altro che le scuole di diplomazia. O il professore di greco del liceo prima di congedarci per la pausa estiva: non vi assegno nessun compito delle vacanze, ma non chiudete mai una giornata se non avete letto qualcosa, le pagine di un libro o anche un articolo di giornale, l’importante è leggere, non vivere come gli animali. O il professore di Storia economica all’università: i libri vanno letti ogni dieci anni perché ci troverete dentro sempre cose nuove.

Tutto rimane di quel che viene detto o non detto dall’altra parte della cattedra, anche se i protagonisti lo dimenticano in un batter d’ali. Per questo dico anche che la voglia di apparire “giovani” non attraverso l’esercizio faticoso della mente (e del fisico, come vedremo con l’università itinerante) ma attraverso l’uso gratuito in aula della parola poco accostumata non è cosa indolore. Ma diventa legittimazione del turpiloquio che mina pensiero e linguaggio.

È uno dei punti che mi sta più a cuore. Confesso infatti di avvertire in modo particolare la responsabilità di essere davanti ai giovani una espressione, la più semplice, la più immediata, dello Stato. Insegni in una università pubblica, in una università che si chiama “statale”, e non puoi dimenticarlo mai. Devi rappresentare, senza cercare alibi, lo Stato come piacerebbe a te. Accogliente, si è detto. Ma anche trasparente. Cosciente dei suoi doveri. Rigoroso con se stesso, anzitutto. Con la “S” maiuscola, come l’ho sempre scritto per educazione, anche da contestatore, al punto che per questo il mio primo libro venne sbeffeggiato in sede di recensione su “L’Ora” di Palermo. La questione è di sentire l’ampiezza della sfida con la mafia. Che obbliga non solo a produrre conoscenza e poi ancora conoscenza. Ma anche a contribuire a rendere forte e credibile lo Stato in nome del quale la mafia stessa deve essere combattuta.

È un compito che mette davanti a una serie di

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Confrontarsi con l’immagine del ruolo morale del docente proposta dall’autore e discutere le proprie posizioni.

 

Dal libro: Diario di scuola - Passo L-013   (Storie di assenze giustificate) - Da pag. 68 - a pag. 68

Contenuto :

Una delle storie più memorabili di complicità adulta alle bugie di un bambino è la disavventura capitata al fratello del mio amico B. All’epoca doveva avere dodici o tredici anni. Poiché teme una interrogazione di matematica, chiede al suo migliore amico dove si trova esattamente l’appendice. Dopodiché si accascia simulando una crisi atroce. Il preside finge di credergli, lo rimanda a casa, non fosse che per sbarazzarsi di lui. Da qui i genitori – cui ne ha combinate di tutti i colori – lo portano senza illusioni in una clinica vicina, dove, sorpresa, viene operato all’istante! Dopo l’operazione il chirurgo compare, reggendo un vaso in cui galleggia un lungo affare sanguinolento, e dichiara, con il volto raggiante d’innocenza: “Ho fatto bene a operarlo, stava per andare in peritonite!”.

Perché le società si reggono anche sulla menzogna condivisa.

O questa altra storia più recente: N., preside di un liceo parigino, pone grande attenzione alla frequenza scolastica. Fa lei stessa l’appello in quinta. Tiene particolarmente d’occhio un recidivo, che ha minacciato di espulsione alla prossima assenza ingiustificata. Quella mattina il ragazzo è assente; è la volta di troppo. N. chiama subito la famiglia dal telefono della segreteria. La madre, desolata, dichiara che il figlio è davvero malato, a letto, con un febbrone da cavallo, e le assicura che stava per avvertire la scuola. N. mette giù il telefono soddisfatta: tutto è sotto controllo. Peccato che incroci il ragazzo tornando nel suo ufficio. Era semplicemente andato in bagno durante l’appello.

 

 

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Discutere le situazioni presentate nel testo e confrontarle con le proprie esperienze personali svolgendone le implicazioni morali. 

 

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