Dal film: L'onda - Clip F-012 Inizio : 00:30:24 - Fine: 00:32:18
Contenuto :
In questa clip, il professor Wenger suddivide la classe, spezzando i gruppi abituali. Dividendo i compagni di banco egli vuole spiegare il significato del “potere attraverso l’unità”, attuando, in questo modo, una curiosa strategia didattica.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :
Dal film: Detachment - Il distacco - Clip F-027 Inizio : 00:08:02 - Fine: 00:11:40
Contenuto :
Il professor Barthes si trova a gestire alcuni studenti dal comportamento inadeguato e irrispettoso nei suoi confronti. Una studentessa, al termine della lezione, gli chiede perché ha deciso di “punire” in maniera diversa gli studenti che gli avevano mancato di rispetto allo stesso modo. Il docente le spiega che ha chiesto di uscire dall’aula solo a uno dei due, perché quest’ultimo si era permesso di offendere anche lei e per lui il rispetto tra pari è fondamentale. La studentessa chiede come fa a non rimanere turbato di fronte alle offese che le persone gli rivolgono; il docente spiega che bisogna avere ben chiaro che, molte volte, le persone non sono consapevoli di ciò che dicono.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :
Dal film: Coach Carter - Clip F-023 Inizio : 01:39:21 - Fine: 01:47:37
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Il Coach Carter è richiamato davanti ad una giuria e ad un consiglio formato da colleghi e genitori, affinché l’attività sportiva riprenda il normale svolgimento. Dopo un dibattito, nel quale Carter difende il proprio metodo educativo, determinato nel dimostrare la necessità di trasmettere valori morali ai propri ragazzi, assiste alla reazione di questi ultimi.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :
Dal film: Mery per sempre - Clip F-069 Inizio : 01:33:18 - Fine: 01:39:00
Contenuto :
Pietro è morto. Marco Tanzi entra nella camerata ma le accuse su di lui non sono state ancora smentite e perciò i ragazzi non tollerano la sua presenza. Per trasmettere loro l'importanza di non dover ricorrere alle armi e, quindi, a una vita criminale, estrae rapidamente la pistola di Pietro, quando uno dei ragazzi lo minaccia con un coltello: egli afferma di comunicare con “il loro stesso linguaggio, usando i loro stessi strumenti”. È l’unico che crede che i ragazzi possano cambiare, che non dipende dal destino l’essere nati delinquenti, ma da una scelta personale. I ragazzi, d’altro canto, hanno bisogno di qualcuno che riponga fiducia in loro e che li guidi verso alternativi modi di vivere. Infatti, il professore strapperà la lettera che approva il suo trasferimento e deciderà di rimane lì con loro, i quali reagiscono esultando.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
 
Dal film: La brava moglie - Clip F-103 Inizio : 00:05:06 - Fine: 01:41:04
Contenuto :
Confronto tra i pilastri, intesi come i principi basilari dell'istituto di econosmia che vengono illustrati alle ragazze appena arrivate a scuola, e i pilistri "aggiornati" dopo le rivolte di Nanterre del '68.
ATTENZIONE
Il minutaggio indicato comprende scene intermedie che, in sede di formazione, si può evitare di mostrare. Si consiglia di proiettare i tre seguenti spezzoni l'uno dopo l'altro:
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
 
Dal libro: Per fortuna faccio il prof - Passo L-003 (Mestiere di Prof) - Da pag. 71 - a pag. 77
Contenuto :
Quello del professore è un mestiere unico. Sembra sceso dal paradiso. Mestiere colto, delicato, avventuroso, creativo. Dolce e guerriero. Scrigno di memorie senza fine e annuncio senza fine di futuro. Che indica le notti e le aurore dei tempi. Che chiede incessantemente di camminare, talora di volare. Ma consapevole pure che difendere la tradizione può essere sfida intellettuale d’avanguardia, e rincorrere l’innovazione può essere cialtroneria sciagurata. Fare il professore è accoglienza, esercizio senza fine di responsabilità, orgoglio di libertà personale ma anche immersione incondizionata nella vita sociale.
Mi sono fatto nel tempo l’idea che non esista e non possa esistere una scuola dove si impari a insegnare. Perché insegnare richiede doti che nessuna istituzione formale può conferirti e poi riconoscerti con una stretta di mano e un diploma. […]
Ecco, voglio dire che non si può insegnare, non si può entrare in relazione con la vita altrui se non si è saputo entrare in relazione con la propria. Perché è nella propria vita che vanno trovati i segreti dell’insegnamento. A partire dalla quantità di volte che vorremmo avere visto affrontare un problema o esercitare un ruolo con responsabilità. Magari a rischio della propria vita. Non minore di quello di cui abbiamo beneficiato deve essere il nostro senso di responsabilità verso gli altri. Il destino ci affida il futuro di giovani vite, e noi possiamo incidere con un nonnulla su questo o quell’aspetto del loro corso. Un comportamento, una parola, un gesto, un libro. Provo di nuovo a ripescare nelle mie memorie. La professoressa di matematica delle medie e la sua storiella delle “undici pi”: “Prima pensa poi parla, perché la parola poco pensata può portare pregiudizio.” Altro che le scuole di diplomazia. O il professore di greco del liceo prima di congedarci per la pausa estiva: non vi assegno nessun compito delle vacanze, ma non chiudete mai una giornata se non avete letto qualcosa, le pagine di un libro o anche un articolo di giornale, l’importante è leggere, non vivere come gli animali. O il professore di Storia economica all’università: i libri vanno letti ogni dieci anni perché ci troverete dentro sempre cose nuove.
Tutto rimane di quel che viene detto o non detto dall’altra parte della cattedra, anche se i protagonisti lo dimenticano in un batter d’ali. Per questo dico anche che la voglia di apparire “giovani” non attraverso l’esercizio faticoso della mente (e del fisico, come vedremo con l’università itinerante) ma attraverso l’uso gratuito in aula della parola poco accostumata non è cosa indolore. Ma diventa legittimazione del turpiloquio che mina pensiero e linguaggio.
È uno dei punti che mi sta più a cuore. Confesso infatti di avvertire in modo particolare la responsabilità di essere davanti ai giovani una espressione, la più semplice, la più immediata, dello Stato. Insegni in una università pubblica, in una università che si chiama “statale”, e non puoi dimenticarlo mai. Devi rappresentare, senza cercare alibi, lo Stato come piacerebbe a te. Accogliente, si è detto. Ma anche trasparente. Cosciente dei suoi doveri. Rigoroso con se stesso, anzitutto. Con la “S” maiuscola, come l’ho sempre scritto per educazione, anche da contestatore, al punto che per questo il mio primo libro venne sbeffeggiato in sede di recensione su “L’Ora” di Palermo. La questione è di sentire l’ampiezza della sfida con la mafia. Che obbliga non solo a produrre conoscenza e poi ancora conoscenza. Ma anche a contribuire a rendere forte e credibile lo Stato in nome del quale la mafia stessa deve essere combattuta.
È un compito che mette davanti a una serie di
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Confrontarsi con l’immagine del ruolo morale del docente proposta dall’autore e discutere le proprie posizioni.
 
Dal libro: La classe - Passo L-010 (Chiacchiere in pausa caffè) - Da pag. 100 - a pag. 102
Contenuto :
Seduta accanto, Rachel s’è data un tono professionale.
- Vorrei parlarti di una cosa.
- Ah sì?
- Lunedì c’è stato uno scontro in terza C. Ho sentito Hakim che diceva “sporco ebreo” a Gibran perché non voleva dargli un foglio, per cui li ho rimproverati, gli ho detto che non si faceva, e lì hanno sbroccato, ti giuro per mezz’ora c’è stato un casino tremendo, non sono riuscita a spiegarmi, è stato un inferno. Quando sono usciti mi sono messa a piangere, per darti un’idea. Non riesco a restare calma su quell’argomento lì. Mi tocca sul vivo e non ci riesco.
- Ah sì?
- Forse tu ci riusciresti.
- Chi lo sa.
- Mi ha deluso soprattutto Sandra. Ha detto: Io comunque sono razzista con gli ebrei e ci resto per tutta la vita. Tu li hai oggi?
- No. Solo dopodomani.
- Ci proverai?
- Vediamo quello che si può fare.
Danièle era incollata da mezz’ora al telefono.
- Sì, buongiorno, avrei bisogno di parlarle di suo figlio, e la invito a una riunione per la prossima settimana.
Géraldine aveva tettine da leccare ed era appena arrivata.
- Che fai?
Danièle ha messo una mano intorno al telefono.
- Sto chiamando i genitori degli studenti della quinta A. Non ti dico che palle.
Gilles avrebbe potuto farsi una collana con le occhiaie.
- Tanto ormai è tardi, non è che adesso puoi cambiare qualcosa. Lo stesso con le quarte.
Léopold, “Evil’s Waiting For You”.
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Riflessione sulla morale implicita e gli eventuali pregiudizi che un insegnante individua in se stesso.
 
Dal libro: ll rosso e il blu - Passo L-012 (Le bugie del professore) - Da pag. 99 - a pag. 100
Contenuto :
Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :
Discutere sulle implicazioni delle menzogne degli insegnanti in ambiente scolastico.