Educazione morale scolastica
Repertorio materiali didattici

Materiali didattici

Materiali didattici relativi alla tematica:
Identità morale dell'insegnante

Clip da Film

Dal film: La mia classe - Clip F-017  Inizio : 00:25:15 - Fine: 00:37:22

Contenuto :

Questa clip presenta una tipica lezione dell’insegnante, in perfetto stile freiriano. Qui, la parola generatrice è “casa”, la quale suscita ricordi, emozioni e pensieri che gli studenti comunicano alla classe e condividono. Lo stile di conduzione della lezione e della classe, da parte dell’insegnante, può essere il centro della visione in gruppo e delle riflessioni.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Diversi sono gli aspetti su cui si può focalizzare l'attenzione:

  • la conduzione dell’insegnante è molto attenta al coinvolgimento e alla partecipazione degli studenti: questi ultimi trovano il coraggio di raccontarsi, ma anche la timidezza viene rispettata dall’insegnante e, di conseguenza, anche dalla classe;
  • il ruolo e lo stile dell’insegnante possono essere analizzati facendo riferimento ai concetti, tipici della relazione d’aiuto di stile rogersiano, di empatia (= mettersi emotivamente dal punto di vista dell'altro, pur sapendo di essere se stessi) e autenticità (= non aver timore di essere se stessi all'interno della relazione, mostrandosi agli altri per quello che si è, in modo da facilitare anche agli altri di raccontarsi con sincerità);
  • le capacità didattiche del docente: il suo uso (consapevole?) del metodo freiriano, per esempio, basato sulle situazioni concrete, sulla presa di consapevolezza anche delle situazioni “private” e di oppressione, sulle parole generatrici. Oppure, la sua capacità di mantenere il proprio ruolo anche fuori dall’aula, per esempio, al chiosco dove beve un aperitivo con gli studenti, dove non perde occasione per insegnare qualcosa, ma con grande delicatezza.

 

Dal film: La mia classe - Clip F-018  Inizio : 00:28:51 - Fine: 00:29:50

Contenuto :

In questa breve scena, il professore si trova di fronte a un problema privato di un alunno. Questi rivela al professore che, per ragioni amministrative, ha perso il diritto al permesso di soggiorno e, di conseguenza, non ha più il diritto di frequentare la scuola e di sostenere l’esame finale. Il professore, però, gli consente di continuare a venire a lezione, promettendogli che non rivelerà la sua condizione di clandestino.

Questa scena è contenuta anche nella clip F-017, ma può essere mostrata anche separatamente per riflettere su un tema diverso.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

In questa scena, il professore è messo esplicitamente di fronte a un vero e proprio dilemma morale: applicare la norma che gli imporrebbe di non accogliere più a lezione uno studente senza permesso di soggiorno, oppure far finta di nulla in modo da consentirgli di continuare a imparare l’italiano in un contesto dove il ragazzo si sente accettato e partecipe.

In sede formativa, questo dilemma può essere proposto in astratto, oppure chiedendo di mettersi dal punto di vista dell’insegnante del film: cosa avreste fatto se vi foste trovati in quella situazione? Oppure, ancora, si potrebbe interrompere la visione della clip prima di sentire la risposta dell’insegnante, e chiedere: secondo voi, cosa dirà? Su cosa baserà la sua scelta, su quali valori, morali e/o professionali? E voi, su che valori basate il vostro lavoro?

 

Dal film: Napola – I ragazzi del Reich - Clip F-004  Inizio : 00:24:49 - Fine: 00:28:25

Contenuto :

Siamo nel Terzo Reich, in una delle scuole d'élite che formano i futuri membri delle SS. Uno dei cadetti della scuola, spaventato dal clima che vi si vive, è in una condizione di forte disagio psicologico e lo manifesta attraverso ripetuti episodi di enuresi notturna. Informato di ciò, l’istruttore di ginnastica lo umilia e lo insulta di fronte all’intera scolaresca, mettendolo ancor più in difficoltà.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Si tratta di una scena piuttosto forte e, certamente, ambientata in un contesto molto diverso dalle scuole di oggi. Può essere usata, però, per documentare pratiche di “pedagogia nera” che, purtroppo, erano realmente in uso.

Ci si può interrogare:

  • sui motivi che spingono un insegnante a comportarsi in questo modo;
  • sulle conseguenze che queste umiliazioni suscitano in un adolescente (ma la stessa cosa, ci si potrebbe domandare in riferimento a un bambino più piccolo);
  • sul contrasto stridente fra il clima di amicizia e sostegno reciproco che aleggia tra i ragazzi in camerata e quello che l’insegnante impone nel momento formale della lezione.

 

Dal film: Essere e avere - Clip F-013  Inizio : 00:28:58 - Fine: 00:34:05

Contenuto :

Olivier e Julien, due dei ragazzini più grandi, non vanno d'accordo e, da qualche giorno, continuano a litigare e azzuffarsi.

Nella clip, vediamo il maestro prenderli in disparte e parlare a lungo con loro, in un dialogo intenso e delicato. Egli cerca di far loro comprendere i motivi, più o meno coscienti, del dissidio e di mediare tra i due affinchè possano riconciliarsi.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Non c'è un solo modo per intervenire quando due alunni litigano, ma qui vediamo il metodo utilizzato dal maestro Georges, lontanissimo dall'usuale sgridata.

  • Qual è la sua strategia? Quali azioni mette in atto? Dove? Quali parole usa? Quali toni?
  • "Puoi dirglielo, davanti a me puoi dirglielo": perchè questa frase? A cosa serve, se lo scopo è la mediazione tra i due bambini?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

A tutti è successo di litigare fra compagni di classe.

  • Quali sono state le ragioni? Anche a voi è capitato che, al di là di qualche motivo scatenante, ci fossero ragioni più profonde che generavano un'antipatia nei confronti del compagno/a?
  • Quanto è facile, per voi, riconciliarvi? Avete una strategia particolare per farlo?
  • Secondo te, l'intervento del maestro è stato utile? Ti piacerebbe avere un insegnante che interviene così dopo che tu hai litigato?
  • E se un insegnante così non ce l'hai, la clip ti può suggerire qualcosa che potresti fare anche tu da solo?

Dal film: Freedom Writers - Clip F-036  Inizio : 00:25:39 - Fine: 00:26:15

Contenuto :

In seguito ad un episodio avvenuto fuori del contesto scolastico, durante il quale un alunno della scuola perde la vita in una sparatoria a causa della rivalità esistente tra due gang, la professoressa Campbell, capo di dipartimento, in eterno disaccordo con la professoressa Gruwell, convoca un’assemblea tra gli insegnanti, presieduta dal dirigente scolastico, per chiarire le norme che regolano la Woodrow Wilson High School, esplicitando le aspettative della scuola in merito al futuro comportamento degli insegnanti.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • La politica scolastica prevede che gli insegnanti non discutano con gli studenti in merito a “questi argomenti” all’interno dell’aula, come riferisce il dirigente scolastico. Vi trovate in accordo o in disaccordo con questa norma? Secondo voi, è compito dell'insegnante affrontare questioni relative a ciò che accade fuori dalla scuola? Perché? Nel caso avvenissero, discussioni simili che influenze avrebbero? 
  • Supponiamo che l’insegnante Gruwell non segua le prescrizioni previste dalla politica scolastica, e decida di affrontare “questi argomenti” all’interno della sua classe, assumendo un comportamento contro-normativo, dove la norma è rappresentata dal “non parlare di questi argomenti”; come valuteresti il suo comportamento? Vi è mai capitato di comportarvi diversamente da ciò che veniva prescritto nella vostra scuola? Che cosa è successo? Come vi siete sentiti?
  • Chi è l'insegnante etico? Colui che segue indiscutibilmente la norma o colui che tenta di sovvertirla?

 

Dal film: Freedom Writers - Clip F-037  Inizio : 00:51:41 - Fine: 00:52:55

Contenuto :

La professoressa Gruwell, dopo aver letto i diari personali dei propri studenti, nei quali sono raccolti i loro pensieri, le loro riflessioni, i loro racconti, durante una cena con il padre, si interroga su quale sia il ruolo dell’insegnante, su quali siano gli ambiti di sua pertinenza. 

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Erin Gruwell vive un profondo dilemma, in merito a quale sia il suo ruolo, a che cosa possa e debba fare l’insegnante per i propri ragazzi: “Io non so proprio come fare, non sono un’assistente sociale!”. Vi ritrovate nelle parole della professoressa Gruwell? Vi è mai capitato di avere pensieri simili al suo? In conseguenza a quali circostanze? Vi capita spesso di porvi domande su cosa sia richiesto di fare all’insegnante? E che sentimenti e percezioni vi provocano tali riflessioni? Secondo voi, i suoi dilemmi siano legittimi? 
  • In merito alla posizione esposta dal padre, che opinioni vi siete fatti? A vostro avviso, la vita che gli studenti conducono fuori dalle mura scolastiche, è di vostra pertinenza?

 

Dal film: Les Choristes - I ragazzi del coro - Clip F-054  Inizio : 00:11:40 - Fine: 00:16:19

Contenuto :

In seguito all’episodio avvenuto, Clément Mathieu, durante la sua prima lezione, tenta di scoprire l’artefice del gesto perpetrato contro il magazziniere; individuato il colpevole, decide di condurlo dal direttore ma, una volta scoperte le punizioni eseguite da quest’ultimo sugli allievi, decide di offrire un nuovo modello educativo e propone un’altra forma di sanzione, riparativa, rieducativa. Muove, così, i primi passi nella costruzione di una nuova relazione educativa, che si fonda su rispetto e fiducia.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Clément Mathieu, discostandosi dalla norma “azione – reazione” che regola il contesto, compie una scelta (etica) che si allontana profondamente dalle pratiche comuni all’istituzione. Vi siete mai trovati in questa situazione? Vi è mai capitato di dover compiere scelte che si scostassero dal contesto di riferimento? Se sì, come vi siete sentiti o come vi sentireste? Avete percepito solitudine?
  • Senza dubbio siamo di fronte ad una “sanzione” alternativa messa in campo da Mathieu. Infatti, invece di punire il ragazzo per la trasgressione compiuta, il sorvegliante decide di impiegarlo in una forma di giustizia riparativa, che prevede il coinvolgimento dell’alunno in un’attività educativa correlata all’azione compiuta. Condividete la scelta di Mathieu? O, al contrario, di fronte ad una trasgressione così grave, sarebbe prevalsa la rabbia e conseguentemente un’azione punitiva?
  • La forma di sanzione proposta da Clément Mathieu si contraddistingue per essere riparativa, rieducativa. Trovate che tale azione generi percezioni differenti all’interno della classe? Credete che proporre modelli educativi differenti rispetto a quelli vigenti, generi confusione negli alunni? Pensate che l’insegnante sia un modello? Credete che il tipo di intervento scelto possa essere effettuato in presenza di tutta la classe o ritenete sia maggiormente proficuo comunicarlo esclusivamente all’alunno coinvolto?
  • Clément Mathieu si dimostra essere una voce fuori dal coro; supponendo che questo per voi rappresenti un problema, come lo affrontereste?
  • Suggerireste altre forme di “sanzione” alternative per questo tipo di situazione?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • Cosa ne pensate delle sanzioni alternative? Dal vostro punto di vista, possono servire maggiormente o pensate che non siano particolarmente efficaci?
  • Dal vostro punto di vista, cosa avrebbe dovuto fare Mathieu di fronte a questo comportamento?
  • Secondo voi è più efficace un intervento come quello proposto da Mathieu, quindi basato maggiormente su rispetto e fiducia, o un intervento punitivo più rigido?

Passi da Libro

Dal libro: Per fortuna faccio il prof - Passo L-003   (Mestiere di Prof) - Da pag. 71 - a pag. 77

Contenuto :

Quello del professore è un mestiere unico. Sembra sceso dal paradiso. Mestiere colto, delicato, avventuroso, creativo. Dolce e guerriero. Scrigno di memorie senza fine e annuncio senza fine di futuro. Che indica le notti e le aurore dei tempi. Che chiede incessantemente di camminare, talora di volare. Ma consapevole pure che difendere la tradizione può essere sfida intellettuale d’avanguardia, e rincorrere l’innovazione può essere cialtroneria sciagurata. Fare il professore è accoglienza, esercizio senza fine di responsabilità, orgoglio di libertà personale ma anche immersione incondizionata nella vita sociale.

Mi sono fatto nel tempo l’idea che non esista e non possa esistere una scuola dove si impari a insegnare. Perché insegnare richiede doti che nessuna istituzione formale può conferirti e poi riconoscerti con una stretta di mano e un diploma. […]

Ecco, voglio dire che non si può insegnare, non si può entrare in relazione con la vita altrui se non si è saputo entrare in relazione con la propria. Perché è nella propria vita che vanno trovati i segreti dell’insegnamento. A partire dalla quantità di volte che vorremmo avere visto affrontare un problema o esercitare un ruolo con responsabilità. Magari a rischio della propria vita. Non minore di quello di cui abbiamo beneficiato deve essere il nostro senso di responsabilità verso gli altri. Il destino ci affida il futuro di giovani vite, e noi possiamo incidere con un nonnulla su questo o quell’aspetto del loro corso. Un comportamento, una parola, un gesto, un libro. Provo di nuovo a ripescare nelle mie memorie. La professoressa di matematica delle medie e la sua storiella delle “undici pi”: “Prima pensa poi parla, perché la parola poco pensata può portare pregiudizio.” Altro che le scuole di diplomazia. O il professore di greco del liceo prima di congedarci per la pausa estiva: non vi assegno nessun compito delle vacanze, ma non chiudete mai una giornata se non avete letto qualcosa, le pagine di un libro o anche un articolo di giornale, l’importante è leggere, non vivere come gli animali. O il professore di Storia economica all’università: i libri vanno letti ogni dieci anni perché ci troverete dentro sempre cose nuove.

Tutto rimane di quel che viene detto o non detto dall’altra parte della cattedra, anche se i protagonisti lo dimenticano in un batter d’ali. Per questo dico anche che la voglia di apparire “giovani” non attraverso l’esercizio faticoso della mente (e del fisico, come vedremo con l’università itinerante) ma attraverso l’uso gratuito in aula della parola poco accostumata non è cosa indolore. Ma diventa legittimazione del turpiloquio che mina pensiero e linguaggio.

È uno dei punti che mi sta più a cuore. Confesso infatti di avvertire in modo particolare la responsabilità di essere davanti ai giovani una espressione, la più semplice, la più immediata, dello Stato. Insegni in una università pubblica, in una università che si chiama “statale”, e non puoi dimenticarlo mai. Devi rappresentare, senza cercare alibi, lo Stato come piacerebbe a te. Accogliente, si è detto. Ma anche trasparente. Cosciente dei suoi doveri. Rigoroso con se stesso, anzitutto. Con la “S” maiuscola, come l’ho sempre scritto per educazione, anche da contestatore, al punto che per questo il mio primo libro venne sbeffeggiato in sede di recensione su “L’Ora” di Palermo. La questione è di sentire l’ampiezza della sfida con la mafia. Che obbliga non solo a produrre conoscenza e poi ancora conoscenza. Ma anche a contribuire a rendere forte e credibile lo Stato in nome del quale la mafia stessa deve essere combattuta.

È un compito che mette davanti a una serie di

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Confrontarsi con l’immagine del ruolo morale del docente proposta dall’autore e discutere le proprie posizioni.

 

Dal libro: ll rosso e il blu - Passo L-012   (Le bugie del professore) - Da pag. 99 - a pag. 100

Contenuto :

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Discutere sulle implicazioni delle menzogne degli insegnanti in ambiente scolastico.

 

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