Educazione morale scolastica
Repertorio materiali didattici

Materiali didattici

Materiali didattici relativi alla tematica:
Situazioni trasgressive, devianti e di espressione di disagio

Clip da Film

Dal film: Detachment - Il distacco - Clip F-027  Inizio : 00:08:02 - Fine: 00:11:40

Contenuto :

Il professor Barthes si trova a gestire alcuni studenti dal comportamento inadeguato e irrispettoso nei suoi confronti. Una studentessa, al termine della lezione, gli chiede perché ha deciso di “punire” in maniera diversa gli studenti che gli avevano mancato di rispetto allo stesso modo. Il docente le spiega che ha chiesto di uscire dall’aula solo a uno dei due, perché quest’ultimo si era permesso di offendere anche lei e per lui il rispetto tra pari è fondamentale. La studentessa chiede come fa a non rimanere turbato di fronte alle offese che le persone gli rivolgono; il docente spiega che bisogna avere ben chiaro che, molte volte, le persone non sono consapevoli di ciò che dicono.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

  • Nella clip il professore cerca di trasmettere dei contenuti didattici all’interno di una classe difficile. In particolar modo un ragazzo si presenta particolarmente aggressivo e ostile ponendo innanzi all’insegnante una sfida educativa. Questo rappresenta uno dei possibili scenari in cui il docente è chiamato a rispondere. Quanto incide all’interno dell’azione didattica la gestione di ragazzi difficili? In che modo il docente può farsi da portavoce di rifondazione umana e di valori all’interno di un contesto conflittuale?
  • Il distacco è la tematica proposta all’interno della clip e tema centrale del film. È grazie al distacco sostenuto dal professor Barthes che, paradossalmente, si crea un contatto che prelude ad una possibilità di dialogo. Ritenete utile la proposta educativa del docente?
  • Quanto è importante e in che modo incide la collaborazione tra insegnanti, genitori e specialisti nell’aiutare un ragazzo problematico a conoscere e gestire la collera?
  • Guidare, istruire, prendersi cura dei ragazzi richiede all’insegnante un compito sempre più arduo. In che modo i docenti possono sentirsi appoggiati e supportati di fronte alle continue sfide? Quanto pensate sia compito di un insegnante prestare attenzione alle relazioni che gli studenti instaurano tra di loro?
  • Pensate che sia giusto che l’insegnante abbia “punito” maggiormente lo studente che ha offeso anche la sua compagna di classe cercando, nel frattempo, di trasmettere un insegnamento morale al secondo studente?

Suggerimenti per l’uso con i preadolescenti :

  • Vi siete mai trovati ad assistere a scene di classe come quella riprodotta nella clip? In caso affermativo, come avete reagito? Quali stati d’animo avete provato? Vi siete schierati più dalla parte del tuo compagno di classe o del docente? Perché?
  • Come reputate la reazione avuta dal professor Barthes? Condividete la sua azione e reazione educativa e perché?
  • Come valutate il comportamento del ragazzo?
  • Secondo il vostro punto di vista, cosa spinge un ragazzo a comportarsi in modo aggressivo davanti all’autorevolezza della figura docente?
  • Secondo la vostra opinione, sarebbe stato utile o no l’intervento di un compagno di classe e perché?

Passi da Libro

Dal libro: Un ragazzo - Passo L-006   (Una nuova scuola per Marcus) - Da pag. 18 - a pag. 22

Contenuto :

La notte dopo il suo primo giorno di scuola Marcus si svegliò ogni mezz’ora o quasi. Se ne accorse dalle lancette luminose del suo orologio a forma di dinosauro: 22.41, 23.19, 23.55, 0.35, 0.55, 1.31… Non riusciva a crederci che sarebbe dovuto ritornare la mattina dopo e la mattina dopo ancora e la mattina dopo ancora e… be’, poi ci sarebbe stato il week-end, ma in un modo o nell’altro ogni mattina per il resto della sua vita, più o meno. Ogni volta che si svegliava il suo primo pensiero era che ci doveva essere un sistema per superare quell’orribile sensazione, o aggirarla, o anche conviverci; ogni volta che si era agitato per qualcosa in passato, di solito era sempre saltata fuori una qualche risposta, che di solito prevedeva di raccontare a sua mamma che cosa lo preoccupava. Ma questa volta non c’era niente che lei potesse fare. Non l’avrebbe trasferito in un’altra scuola, e comunque le cose non sarebbero cambiate granché. Lui sarebbe rimasto com’era, e questo, gli sembrava, era il problema di fondo.

Semplice: non era fatto per la scuola. Non per le medie, almeno. Tutto qui. E come facevi a spiegarlo? Potevi non essere adatto per alcune cose (sapeva già di non essere fatto per le feste, perché era troppo timido, o per i pantaloni larghi, perché aveva le gambe troppo corte) ma non essere fatto per la scuola era un problema grosso. Tutti andavano a scuola. Non c’era verso di evitarla. Sapeva che alcuni bambini studiavano a casa con i loro genitori, ma sua mamma non poteva farlo perché andava a lavorare. A meno che non la pagasse lui perché gli facesse da insegnante; ma non molto prima gli aveva detto di prendere trecentocinquanta sterline a settimana per il suo lavoro. Trecentocinquanta sterline a settimana! Dove avrebbe rimediato tutti quei soldi? Non certo consegnando giornali a domicilio. E a parte Macaulay Culkin non gli veniva in mente nessun altro che non andasse a scuola. Una volta avevano fatto vedere qualcosa su di lui alla tv, un sabato mattina, e dicevano che prendeva lezioni private in una specie di roulotte. Qualcosa del genere poteva anche andar bene, pensò. Più che bene, perché Macaulay Culkin probabilmente beccava trecentocinquanta sterline a settimana, forse anche di più, e questo voleva dire che se fosse stato Macaulay Culkin avrebbe potuto pagare sua mamma perché le lezioni gliele facesse lei. Ma essere Macaulay Culkin significava essere bravo a recitare, allora poteva anche scordarselo: in recitazione faceva veramente cagare perché odiava stare in piedi di fronte alla gente. Che era il motivo per cui odiava la scuola. Che era il motivo per cui voleva essere Macaulay Culkin. Che era il motivo per cui non sarebbe mai stato Macaulay Culkin neanche tra mille anni, figuriamoci tra qualche giorno. L’indomani sarebbe dovuto andare a scuola. 

Per tutta la notte i suoi pensieri furono come boomerang: un’idea sfrecciava via lontana, coprendo tutta la distanza fino a una roulotte a Hollywood e per un momento, quando si era allontanato il più possibile dalla scuola e dalla realtà, si sentiva abbastanza felice; poi l’idea cominciava il viaggio di ritorno, lo colpiva in testa e lo trascinava nello stesso identico posto da cui era partito. E il mattino continuava implacabile ad avvincinarsi.

A colazione rimase in silenzio. “Ti abituerai” disse sua mamma, probabilmente perché aveva l’aria triste, mentre mangiava i

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Portare esperienze personali di facilitazione della relazione docente-alunno in casi di emarginazione personale e sociale.

 

Dal libro: Precious - Passo L-007   (Precious non si fida della psicologa) - Da pag. 119 - a pag. 124

Contenuto :

Io e Miss Weiss nella stanza dei collocui. Mi fa qualè il mio primo ricordo di mami.

Huh?

“Qual è il primo ricordo che hai di tua madre?”

Settimana scorsa era papi papi. Sta settimana ce la su colla mami. Non gli dico niente.

“Precious?”

Non cela faccio ne a muovermi ne a parlare. Come in seconda elementare, sono parallizata. Sono stufa che questa tipa mi fa domande. E poi ho bisogno che qualcuno mi parla, ma non sta bagassa. Pero qua la stanza e bella, capito, finestrona grande panoramica mobilia verde scura di pelle quadri sul muro. Io sono su un divanone verde. Lei dietro la scrivania su una sedia girevole. Di fianco cià il suo archivio.

“Posso offrirti qualcosa?”

“Bibita.” Non dico aqua. Laqua me la piglio da me. Lei lo sa che non ho i soldi. Lunico modo per bere una bibita è se me la compra lei. Ce giù la macchina nella lavanderia. Cè il regolamento del Reinserimento – il personale non deve dare dei soldi ai clienti (diciamolo pure che certe di queste bagasse che fanno tanto le superiori una volta erano tossiche del crack).

“Che bibita?”

“Cherry Coke.”

Appena si chiude la porta mi alzo. Mi muovo veloce senza far rumore. Ma dentro ciò come una tortura lenta mi muovo come se mi muovevo nella colla. Nervosa, sento il mio sudore che puzza. Se adesso mi becca io mi rivolto e la sbatto col culo in terra sta pallida di merda. Il problema non e il crack ma i pallidi! dice Farrakhan. Dietro la sua scrivania cè un grosso archivio. Un cassetto A-J laltro cassetto K-Z. Jones, Jones (è un nome che cianno in tanti); P Jones niente, ahgià, ciavranno l’altro! Saro sotto Claireece Jones. Grande, eccolo lì. JONES, CLAIREECE P. e sotto il mio nome, il numero della sistenza, 015-11-9153. Io volo a siedermi sulla sedia grossa e verde, ficco il dosié nel mio zainetto. Quando Miss Weiss rientra mi stò asciugando il sudore della fronte. 

“Fa caldo qui dentro eh?”, fa lei.

“Esatto”, faccio. Mi da la coca. Le dico grazzie.

“Mentre ero assente ti è venuto in mente qualcosa?”

Faccio di no colla testa.

“Lo sai che puoi scrivere sul quaderno tra un colloquio e l’altro…”

“Io

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Discutere il possibile ruolo della scuola nell’inclusione e nel riscatto di giovani provenienti da situazioni di grave degrado socioeconomico e morale.

 

Dal libro: I turbamenti del giovane Törless - Passo L-008   (Lo strano interrogatorio di Törless) - Da pag. 174 - a pag. 179

Contenuto :

Il giorno dopo, quando gli allievi furono chiamati ad uno ad uno per essere interrogati, Törless era scomparso. 

Era stato visto per l’ultima volta la sera prima, chino su un quaderno che in apparenza stava leggendo.

Fu cercato in tutto l’edificio. Beineberg in segreto sgattaiolò a vedere se non era nel nascondiglio in soffitta.

Finalmente fu chiaro che era fuggito dall’istituto e vennero informate le autorità, con la raccomandazione di trattarlo benevolmente.

Intanto era incominciata l’inchiesta.

Reiting e Beineberg, credendo che Törless fosse fuggito per paura delle loro minacce, si sentirono in dovere di stornare da lui ogni sospetto e lo difesero vivacemente.

Gettarono ogni colpa su Basini e tutta la classe testimoniò come un sol uomo che Basini era un ladro e un indegno, che ai più benintenzionati tentativi di correggerlo aveva risposto solo con nuove ricadute. Reiting solennemente dichiarò che lui e Beineberg capivano di aver sbagliato, ma che avevano agito solo per compassione, per non lasciare che un compagno fosse deferito ai superiori per il castigo prima di aver esaurito tutti i mezzi di benevola correzione. E di nuovo tutta la classe giurò che i maltrattamenti a Basini erano stati un’esplosione spontanea perché costui aveva risposto con la peggiore e più volgare ironia ai nobili sentimenti di coloro che intendevano risparmiarlo.

In breve fu una commedia ben architettata, messa in scena con molta abilità da Reiting, in cui vennero fatti risonare tutti gli accenti moralistici atti ad accarezzare gli orecchi degli insegnanti.

Basini conservò sempre un silenzio ostinato. Era ancora paralizzato dal terrore per i fatti di due giorni prima, e la solitudine in cui era confinato, insieme con il tranquillo, obiettivo andamento delle indagini era già per lui una liberazione. Desiderava soltanto che tutto finisse al più presto. D’altronde Reiting e Beineberg non avevano mancato di minacciargli la più atroce vendetta se avesse osato comunque accusarli.

Poi Törless fu riportato all’istituto. L’avevano ritrovato nella città vicina, affamato e stanco morto. 

Ora la sua fuga sembrava l’unico punto oscuro di tutta la faccenda. Ma la situazione gli era favorevole. Beineberg e Reiting avevano preparato bene il terreno, parlando del nervosismo da lui dimostrato negli ultimi tempi, della sensibilità morale per cui considerava un delitto il non aver subito denunziato i fatti pur conoscendoli fin da principio, ed era convinto di esser diventato così parzialmente responsabile della catastrofe. 

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Riflettere su come si manifestano i rapporti di forza, per lo più impliciti, nella scuola di oggi fra docenti e alunni, e fra alunni di diversa estrazione sociale.

 

Dal libro: La classe - Passo L-010   (Chiacchiere in pausa caffè) - Da pag. 100 - a pag. 102

Contenuto :

Seduta accanto, Rachel s’è data un tono professionale. 

- Vorrei parlarti di una cosa.

- Ah sì?

- Lunedì c’è stato uno scontro in terza C. Ho sentito Hakim che diceva “sporco ebreo” a Gibran perché non voleva dargli un foglio, per cui li ho rimproverati, gli ho detto che non si faceva, e lì hanno sbroccato, ti giuro per mezz’ora c’è stato un casino tremendo, non sono riuscita a spiegarmi, è stato un inferno. Quando sono usciti mi sono messa a piangere, per darti un’idea. Non riesco a restare calma su quell’argomento lì. Mi tocca sul vivo e non ci riesco. 

- Ah sì?

- Forse tu ci riusciresti.

- Chi lo sa.

- Mi ha deluso soprattutto Sandra. Ha detto: Io comunque sono razzista con gli ebrei e ci resto per tutta la vita. Tu li hai oggi?

- No. Solo dopodomani.

- Ci proverai?

- Vediamo quello che si può fare.

Danièle era incollata da mezz’ora al telefono.

- Sì, buongiorno, avrei bisogno di parlarle di suo figlio, e la invito a una riunione per la prossima settimana.

Géraldine aveva tettine da leccare ed era appena arrivata.

- Che fai?

Danièle ha messo una mano intorno al telefono.

- Sto chiamando i genitori degli studenti della quinta A. Non ti dico che palle.

Gilles avrebbe potuto farsi una collana con le occhiaie.

- Tanto ormai è tardi, non è che adesso puoi cambiare qualcosa. Lo stesso con le quarte.

Léopold, “Evil’s Waiting For You”.

Suggerimenti per l’uso nella formazione degli insegnanti :

Riflessione sulla morale implicita e gli eventuali pregiudizi che un insegnante individua in se stesso. 

 

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